Finalmente, dopo anni di dura gavetta e di apparizioni televisive
all'insegna del lamento, della protesta, della rivendicazione in difesa
delle nostre tasche e dei nostri portafogli, il presidente della
Federconsumatori Rosario Trefiletti ce l'ha fatta e sta passando al
gratificante incasso mediatico del primo autentico successo ascrivibile alle
sue battaglie: l'abolizione del balzello dei 5 euro di ricarica sui
cellulari fin qui preteso dalle compagnie telefoniche. È uno spettacolo
vederlo presenziare ai continui inviti che le trasmissioni televisive e i
tiggì gli fanno in questi giorni. Lunedì sera era ad esempio a Geo & Geo
(Raitre, ore 18) dove peraltro viene chiamato spesso in queste ultime
settimane, a dire cosa ancora non va sul fronte dei diritti dei
«consumatori», categoria umana che oggi ha prosaicamente sostituito quella
dei cittadini e, ancor prima, quella degli esseri umani (di cui, ormai, non
si parla quasi più). Siamo tutti consumatori, veniamo definiti così, e se
fino a qualche tempo fa il campo dei diritti collettivi era identificato
soprattutto con quello civico (con tanto di istituzione della roboante
figura del difensore civico) oggi il caro-vita e le urgenze economiche hanno
dato sempre maggiore importanza alla difesa del portafogli e a chi si è
preso l'incarico di battagliare perché non venga depredato oltremisura. Non
è un caso che, in breve tempo, Rosario Trefiletti abbia soppiantato tutti
gli altri non pochi difensori dei consumatori finendo per essere il più
gettonato e richiesto in televisione. Lo aiuta ovviamente il cognome, perché
chiamarsi Trefiletti è un biglietto da visita metaforicamente irresistibile
per chi si occupa di consumi, e non lascia adito a dubbi su chi possa
rappresentare al meglio la spensieratezza bulimica propria di ogni
consumatore che si rispetti. Fortuna anagrafica a parte, Trefiletti è
comunque emerso anche per la scaltra prontezza con cui ha saputo imparare il
linguaggio richiesto dal mezzo televisivo, fatto di frasi brevi scandite con
fermo puntiglio, di concetti perentori sventolati con quel pizzico di
pagante e appagante populismo che deve per forza accompagnare le sue
crociate. Testi brevi, ben preparati, scanditi guardando bene in faccia la
telecamera come fanno i politici di oggi quando devono fornire il loro
parere per un'intervista volante al tiggì. Così si è costruita, passo dopo
passo, la sua carriera televisiva. E quando l'altra sera, davanti a Sveva
Sagramola, sembrava avesse segnato un gol decisivo in una finale di
Champions parlando dell'abolizione del costo della ricarica come di una
«battaglia finalmente vinta» e di un «successo che segna una svolta»,
sembrava di sentire in sottofondo il coro della curva: uno di noi,
Trefiletti uno di noi!
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