Il CES è sempre una straordinaria manifestazione di modernità: si svolge in un luogo della Terra iconico, celebrato da una certa cultura letteraria e cinematografica, e con modalità tali da riverberare ogni possibile segnale proveniente del mondo dei consumi. Anche l'edizione 2019 non ha tradito la propria natura: negli oltre 4000 stand di altrettante aziende e startup, gli oltre centonovantamila visitatori, hanno potuto vedere le piccole o grandi rivoluzioni che da qui a poco entreranno nelle nostre case e nelle nostre vite.
Si sono visti schermi Tv arrivare a risoluzioni inimmaginabili (8K) e dimensioni infinite, ma diventare flessibili sino ad arrotolarsi su se stessi per sparire in un elegante mobiletto. Tablet piegarsi in due per diventare telefoni con due schermi. Realtà aumentata e realtà virtuale, create attraverso nuovi device da indossare. Occhiali capaci di spiegare e far eseguire la procedura di manutenzione di un quadro elettrico oppure che forniscono in tempo reale informazioni rispetto a quello che si sta guardando. Auricolari che traducono per esempio in inglese, conversazioni che stanno avvenendo in cinese. Droni sofisticati dedicati ad attività specifiche che vanno dalla consegna delle merci nelle zone rurali del nord della Cina, alla sorveglianza della polizia di Dubai. Dispositivi di quantum computing da 20 qbit: un'enorme potenza di calcolo che consente di elaborare algoritmi di intelligenza artificiale a velocità inusitate. E, appunto, intelligenza artificiale in ogni dove.
Ed anche sul fronte di temi come la qualità dell'aria e dell'acqua, o l'approccio al cibo o alla salute, si sono viste soluzioni fantastiche. Topo Dreem che analizza le funzioni fisiche durante il sonno; oppure Hupnos, la maschera che di notte rileva se si sta russando e induce a cambiare posizione. Si è visto moltissimo, oggetti per quell'élite di consumatori che dispone delle risorse necessarie per accedere alle magie della tecnologia. Quello che invece non si è visto è una visione che faccia rima con collettività e con sostenibilità. Pochi o addirittura rarissimi, i dispositivi che richiamino l'idea di economia circolare. Poca se non rarissima la sensibilità a veicolare un messaggio molto più forte e alto, di attenzione al pianeta, alle persone, all'ecosistema. Un esempio? In TUTTE le aree della manifestazione c'era un UNICO cestino, buono per ogni tipo di rifiuto che fosse: plastica, cartone, carta, metallo o cibo.
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