Tempo pieno: a Milano richieste in aumento Ma mancano le risorse

Sugli organici delle scuole di Milano e Lombardia continua il braccio di ferro tra amministrazione scolastica e organizzazioni sindacali. Dopo la ripresa delle trattative dell’altro giorno, nemmeno il tentativo promosso dalla Cgil scuola di raggiungere un accordo ieri in prefettura ha fatto segnare dei passi innanzi verso una possibile intesa: le parti restano lontane e i sindacati si preparano a scendere sul piede di guerra. Pomo della discordia resta la questione del tempo pieno, un modulo che ha segnato anche quest’anno una significativa crescita della domanda che solo per Milano e provincia si quantifica in 85 classi in più. Verranno tutte soddisfatte? E come? Si sperava che ci fossero risorse disponibili grazie alle scelte del maestro unico, ma sull’intero territorio milanese non figura una sola domanda di classe a 24 ore settimanali. Di fatto a fronte di un incremento di 2000 iscritti in più la scuola milanese si vede costretta a subire i tagli più pesanti: quasi la metà di quelli previsti per l’intera Lombardia. «Una situazione assurda – commenta Pippo Frisone, sindacalista della Cgil scuola –. Non si è tenuto conto che a Milano c’è la massima domanda di tempo pieno e si dovevano prevedere le risorse necessarie perché, come la Gelmini ha promesso, tutte le domande delle famiglie venissero accolte». Alla trattativa di alcuni giorni fa l’amministrazione scolastica era disponibile a recuperare altre risorse togliendole però dagli organici delle medie inferiori. Una proposta di fronte alla quale le organizzazioni sindacali si sono irrigidite. Per far quadrare i conti pare ormai inevitabile che sarà necessario sacrificare almeno in parte le compresenze.

In tal modo però si andrebbe incontro a un servizio che prescinde dal modulo didattico milanese del tempo pieno, facendo mancare risorse finora impiegate per l’integrazione degli stranieri e per le attività di laboratorio e di classi aperte.

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