Il tennis ritrova lo spagnolo

Abu DhabiNella capitale degli Emirati Arabi, dove il petrolio pompa benessere e il disastro economico del Dubai è solo un brutto pensiero, riparte la caccia di Rafael Nadal a Roger Federer. Saltata la possibilità di una sfida tra i due nel primo turno di coppa Davis (in cui lo svizzero non si presenterà), è probabile l’incrocio in finale nel Capitala Word Tennis Championship che vale più di una esibizione e infatti il prossimo anno potrebbe inaugurare la stagione in modo ufficiale. Il formidabile montepremi potrebbe convincere la federazione internazionale ad aprire le porte al nuovo torneo. Attorno al campione spagnolo, soprannominato “bullfighter” dai giornali locali, si respira un’aria insolita. Lui dice che è tornato il Nadal di sempre, quello che non mollava mai e giocava l’ultima palla del quinto set con la stessa foga della prima. Ma le ultime prestazioni, dopo i sei mesi di riposo forzato per via di un infortunio al ginocchio, sono state sconcertanti. Troppe le sconfitte in due set. Il mondo dello sport, non solo del tennis, si chiede se Rafael è in grado di ritrovare il gioco che tanto ha fatto ammattire il numero uno del ranking, sua maestà Federer: 13 a 7 i numeri del testa a testa a favore del maiorchino. Di qui l’interesse per questa manifestazione che parte dai quarti di finale e si esaurisce in tre giorni. Riavvolgiamo allora il nastro su Nadal, in una pausa del torneo di Abu Dhabi.
Cosa pensava nel lungo periodo di sosta?
«Ho passato giorni molto tristi, specialmente durante il torneo di Wimbledon in cui non ho potuto difendere il titolo. Ma io guardo sempre in avanti, mi piace essere positivo, sono sicuro di tornare a vincere come prima».
E adesso qual è il suo obiettivo principale, tornare a essere il numero uno?
«Non è la mia priorità. Voglio vincere più che nel 2009 dove mi sono fermato agli Australian Open. So che non è facile, ma so anche di averne la capacità».
Un pensiero su Federer, il suo rivale storico.
«È un amico, siamo amici. C’è rivalità solo sul campo. Gioca un tennis straordinario, è davvero amazing, sorprendente. Ma spesso gli sono stato davanti».
Come sta affrontando questo torneo che è solo un’esibizione?
«Con la massima concentrazione e la grande voglia di fare meglio dell’anno scorso dove fui sconfitto in finale da Murray. Ma la concorrenza è forte. E comunque, quando giochi, dai sempre il massimo».
Una domanda sui famosi bicipiti.

Ma quanto ferro ci vuole per tirare quei colpi a ripetizione?
«Sono così grossi da quando gioco a tennis, lavoro tanto e colpisco tante palline. Onestamente».
Come dire toglietevi dalla testa tutti i brutti pensieri sul mio conto.

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