RomaGli Internazionali d'Italia hanno avuto ieri la finale perfetta. La sfida che tutti gli appassionati di tennis sognavano. Da una parte Rafael Nadal, re della terra rossa, dall'altra Novak Djokovic, il ragazzo che ha fatto scattare la simpatia del pubblico partecipando allo show di Fiorello dove ha esibito straordinarie qualità di imitatore: facendo il verso a Nadal e alla bella Sharapova. La partita tra Novak, che dopo la vittoria in semifinale era stato soprannominato «killer di Federer», con il re della terra battuta è stata appassionante.
Sul Centrale del Foro Italico esaurito fino all'ultimo strapuntino, dopo una dura battaglia, il match si è risolto per 7-6, 6-2 in favore di Nadal. Purtroppo lo score non rispecchia l'appassionante finale alla quale abbiamo assistito. E per la quarta volta Nadal ha trionfato a Roma. Tassello importante per il nostro torneo, conferma di una preparazione tennistica sbalorditiva e di una fame di vittoria che non ha pari. Senza dimenticare che anche in questa edizione erano presenti tutti i più forti pretendenti al prestigioso trono: soltanto Murray è mancato all'appello in semifinale tra i primi quattro giocatori del mondo. Sorpresa minore perché lo scozzese deve ancora dimostrare il suo valore sulla terra battuta.
Ieri, seduto accanto a me ad assistere al bombardamento tennistico tra Djokovic e Nadal, c'era Nicola Pietrangeli, che ha commentato: «Chi fa a pallate con Nadal non può vincere». La sua critica non era diretta solo a Djokovic, ma a tutti i tennisti moderni che picchiano come forsennati senza mai utilizzare un drop shot. Oggi gli allenatori sostengono che la palla corta, a queste velocità, non si può eseguire! Nicola ovviamente ribadisce che per dimostrarlo gli occorrerebbero 50 anni di meno.
Con la vittoria di Roma, Rafa continua la sua corsa ai record, dimostrando che il suo tennis esplosivo e prepotente può temere soltanto gli infortuni. Quando sta bene lo spagnolo è una macchina perfetta che non conosce rivali. Lo ha dimostrato vincendo Montecarlo, Barcellona e ieri Roma. Sarà unimpresa per chiunque tentare di fermarlo a Madrid ed ancora più improbabile appare l'ipotesi di incatenarlo nella fuga verso la riconquista di Parigi dove, giocando sulla distanza dei cinque set, uno scivolone diventa più facile da raddrizzare. A mio avviso Nadal in questo momento è in testa a tutti da solo contro se stesso e contro il tempo. Gli insaziabili ricercatori dell'infallibilità vedono in lui il campione capace di ricalcare le orme di Laver e di Don Budge, gli unici due vincitori del Grande Slam. Quando lo scorso anno «Rafa» conquistò Wimbledon io scrissi che si era trasformato in un pretendente serio per questa impresa.
Lasciando da parte il futuro segnalo che il torneo maschile ha infranto ogni record di presenze e di incassi. Il Foro Italico per ora è un salotto bellissimo che fra 2 anni potrà avvalersi di nuove straordinarie strutture.
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