"Tequila e voglia di intrighi: così continua il mito di Lost"

I creatori della serie che ripartirà su Raidue svelano i loro segreti: "Il dogma della scrittura è semplificare, noi facciamo il contrario"

"Tequila e voglia di intrighi: così continua il mito di Lost"

Roma - Tequila. In abbondanti dosi. Fin dalle prime ore del mattino. Eccolo qui, svelato, il segreto di Lost, la serie più folle, incredibile e inverosimile della storia della televisione. Si sa, l’alcol aiuta l’immaginazione e di fantasia, tra flash back, flash forward e viaggi nel tempo, su quell’isola maledetta ce n’è in abbondanza. Venuti a Roma per il Fiction Fest, gli autori Damon Lindelof e Carlton Cuse, il regista Jack Bender e l’attore più amato Matthew Fox, si sono concessi al bagno di folla degli appassionatissimi fan che conoscono episodi e dettagli quasi più dei loro creatori. E che si godranno la fine della quinta serie su Fox il 20 luglio, mentre per quelli che non l’hanno seguita sul satellite, riparte dall’inizio su Raidue il 27. La sesta, e ultima, con l’attesissimo finale, invece è in lavorazione sul famoso set delle Hawaii.

Dunque, non scherzano più di tanto gli autori quando raccontano che quella intricatissima trama nasce tra un bicchierino e l’altro: «Ci troviamo al mattino e davanti a una tequila - spiegano - parliamo di tutto, dalla famiglia, alla politica, alla religione, per una o due ore. Poi insieme agli altri autori ci mettiamo a scrivere: ognuno riporta le sue idee su grandi lavagne bianche, poi si fa una sintesi. È un gran caos - non si fatica a credere - perché scriviamo più episodi contemporaneamente».

Ma, tequila a parte, come è stato possibile che un azzardo, una scommessa come quella di Lost sia diventata un tale successo mondiale (solo negli Usa la guardano venti milioni di spettatori)? «Noi - spiega Lindelof - abbiamo fatto esattamente il contrario del dogma principale della scrittura televisiva: complicare, invece di semplificare. Ci abbiamo buttato dentro tanti di quei personaggi e di quelle situazioni che facciamo fatica pure noi a ricordarli».

Avrebbe potuto trasformarsi in un disastro, invece il pubblico di tutto il globo ha apprezzato. Un successo pazzesco che ha portato i produttori a cavalcare l’onda e ad allungare il brodo il più possibile, con il risvolto negativo di perdere in mordente e aumentare le invenzioni folli. «Nella nostra testa - racconta Cuse - c’erano chiari solo l’inizio e la fine della serie. Niente, invece, di quello che dovevamo mettere nel mezzo. Poi, quando il numero delle edizioni è cresciuto, ci siamo dovuti inventare di tutto. Ma vedrete che ogni cosa assumerà un senso compiuto nella sesta e ultima serie». E a chi chiede se, alla fine, nell’infinito gioco tra libero arbitrio e destino (su cui si fonda tutta la trama) prevarrà l’uno o l’altro, gli autori preferiscono aumentare il mistero: «Ognuno la vede come vuole, noi lavoriamo sulle emozioni, tiriamo fuori il mostro che è dentro di noi, poi il pubblico si affeziona più a un personaggio o a una idea. Anzi, noi partiamo proprio dal presupposto di creare uno spazio per gli spettatori: poi loro dialogano, soprattutto via web, creando infinite possibilità».

Inutile chiedere come andrà a finire, sarebbe assurdo rivelarlo. Intanto, su Raidue, dal 27 si potranno seguire i sei sopravvissuti che, tornati a casa, decidono di fare marcia indietro e andare a recuperare i compagni rimasti sull’isola. Tra viaggi nel tempo, fisica quantistica, misteri strani e resurrezioni impensabili, i fan scopriranno che alcuni dei protagonisti sono rimasti intrappolati negli anni Settanta.

A Jack Shepherd il compito di salvarli, farli uscire

dal paradosso temporale e di affrontare Locke, il capo dei sopravvissuti rimasti sull’isola deciso a riprendere in mano le redini del suo destino. A ogni spettatore il compito di far i conti con i propri mostri interni.

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