Il carcinoma del polmone è uno dei tumori più temuti e più studiati. Le sperimentazioni cliniche, finora, hanno avuto l'obiettivo di impedirne o almeno di limitarne la crescita e la diffusione. In questa prospettiva meritano grande attenzione i risultati ottenuti con una nuova molecola (Gefinitib) nella terapia del carcinoma polmonare localmente avanzato o metastatico. Ce ne parla il professor Giorgio Scagliotti, ordinario di malattie dell'apparato respiratorio nell'Università di Torino. «Con questo farmaco - dice - raggiungiamo traguardi ambiziosi: blocchiamo il fattore di crescita tumorale e al tempo stesso garantiamo una migliore qualità di vita ed una maggiore sopravvivenza». Ecco alcuni dati. Rispetto alla chemioterapia con carboplatino paclitaxel, il trattamento con Gefinitib presenta un miglior trend di sopravvivenza globale, rispetto allaq chemioterapia con Docetaxel una minore tossicità di grado elevato(9 per cento contro 41 per cento) ed una forte riduzione degli effetti collaterali come la neutropenia, il vomito, la neurotossicità, lalopecia: sono invece descritte maggiori eruzioni cutanee e diarrea. Secondo il professor Scagliotti «in questa grave patologia è possibile, per la prima volta, un trattamento che aumenta l'efficacia senza aumentare la tossicità». Gefinitib va assunto per via orale (una compressa da 250 milligrammi una volta al giorno) quando si raggiunge la diagnosi - prima clinica, poi bioptica - di carcinoma polmonare non a piccole cellule, che è quello prevalente (l'altro, a piccole cellule, non arriva al 15% dei casi). La scelta terapeutica va prescritta e controllata da un cancerologo.
Nel 2009 Gefinitib è stato approvato in Europa per il trattamento dei pazienti con tumore polmonare in stadio avanzato positivo al relativo fattore di crescita. Nello stesso periodo il prestigioso National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) britannico ha deciso di segnalarlo come l'unica monoterapia orale «di superiore efficacia». Fino ad oggi vi hanno ricorso trecentomila pazienti. AstraZeneca - da cinquant'anni impegnata nella ricerca oncologica - considera questo traguardo (opera della sua ricerca) come il coronamento di un lungo percorso di studio.
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