Terremoto in Borsa per BetOn

Filippo Grassia

Il Mondiale tiene ancora banco. In Italia sono state effettuate scommesse per 225 milioni di euro con uno stupefacente incremento rispetto all’edizione svoltasi nel 2002 in Giappone e Corea. Allora la raccolta fu di quasi 85 milioni. A distanza di 4 anni registriamo, quindi, un incremento del 165% che non può essere accreditato solamente al cammino vincente della nostra nazionale. È cresciuto il settore e con esso il volume del gioco sulla manifestazione più seguita in assoluto. Di questi 225 milioni, 209 e rotti sono arrivati dalla raccolta sulle partite mentre gli altri 15 fanno capo alle scommesse sugli antepost. Superate ampiamente le più ottimistiche previsioni della vigilia che si attestavano su un movimento globale di 150 milioni.
Ma vediamo come è stata suddivisa la posta. La raccolta della prima fase, disputata con i gironi all’italiana, ha fruttato 121,8 milioni contro i 33,7 degli ottavi, i 22,4 dei quarti, i 16 delle semifinali e i 15,7 delle finali. La gran parte delle giocate (186 milioni) è stata effettuata con modalità «no live», mentre le puntate «live», durante lo svolgimento delle partite, hanno comportato un movimento di 23,6 milioni. Il quadro non vale soltanto in chiave statistica perché offre interessanti considerazioni sui gusti degli scommettitori. Importante, per esempio, il valore della fidelizzazione che si conquista nel tempo con un banco affidabile e competente.
La partita più giocata in modalità «live» è stata Germania-Argentina che ha raccolto 809.409 euro, seguita da Inghilterra-Portogallo (802.488), Brasile-Francia (669.694), Portogallo-Francia (659.500,00) e Italia-Australia (658.348,50). Positiva anche la raccolta sulle cosiddette partite indirette, giocate fra nazionali che nello stesso giorno affrontavano avversari diversi. Partite virtuali, risultati concreti. L’opzione è così piaciuta che ha raccolto gioco per 2,3 milioni. Sulla classifica dei marcatori sono stati scommessi 662mila euro, sul miglior attacco 235mila euro. L’ampia offerta del palinsesto, che ormai non ha più nulla da invidiare a quelli dei bookmakers inglesi, è stata letteralmente presa d’assalto sia in agenzia che su internet.
Ma come è andata agli attori di questo poderoso movimento? Bene all’Erario che ha incassato 18 milioni di euro (fonte Agicos), male ai bookmakers che hanno pagato vincite pari a circa il 95% della raccolta. In forte attivo quegli scommettitori che hanno puntato sui successi dell’Italia nelle singole partite e in particolare sul trionfo finale. La situazione non è analoga per tutti gli operatori. Il più grande provider italiano, la Snai, ha infatti raccolto 7.898.248 giocate per un importo complessivo di 135.665.536 euro, pari al 60,3% dell’intero comparto. La Snai ha pagato vincite per 124.799.293,75 euro, ai quali vanno aggiunti i 9.293.089,22 euro versati all’Erario. In totale quindi al maggiore operatore italiano sono rimasti in tasca 1.573.153,03 euro, cifra in controtendenza rispetto a molti provider che con la massima manifestazione calcistica hanno avuto una remissione. Molto alta la media del singolo ticket nei punti Snai, superiore ai 17 euro.
È notizia di ieri che l’arresto di David Carruthers, amministratore delegato di BetOnSports, società attiva nel settore delle scommesse sportive on-line, ha assestato un duro colpo alle quotazioni del gruppo che, alla Borsa di Londra, ha perso il 13,6%.

In caduta libera anche l’inglese Sportingbet, leader mondiale nel settore del web. Regresso considerevole anche per l'austriaca Bwin, nuovo nome di Betandwin, che ha pagato a caro prezzo, secondo gli analisti, le imprese di Rossi e Schumacher.

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