Migranti, anche l'Arci fa salpare la sua nave nel Mediterraneo: "È un atto politico"

Il veliero ha recuperato i primi 42 migranti e li ha fatti sbarcare a Lampedusa: si ripete la strategia delle "piccole barche" per eludere i porti lontani

Migranti, anche l'Arci fa salpare la sua nave nel Mediterraneo: "È un atto politico"
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Nuova barca in mare per il recupero dei migranti, l'ennesima. Sembra essere iniziato un nuovo corso in cui non ci sono solo le Ong che operano nel Mediterraneo, ma anche organizzazioni di stampo diverso che decidono di entrare in questo particolare "settore". Anche le tempistiche sembrano quanto meno sospette, in relazione agli avvenimenti che si stanno susseguendo, con il governo da una parte impegnato a contrastare il fenomeno dell'immigrazione irregolare e la magistratura dall'altra che, spalleggiata dalle opposizioni trasformate in groupies delle toghe, lavora per smontare ogni provvedimento. A debuttare nel recupero in mare dei migranti è stata di recente l'Arci, che ha stretto un patto di collaborazione con Sailingfor Blue Lab, organizzazione di Bologna titolare di un veliero di 17 metri.

Stando al sito Sailingfor Blue Lab (che fa parte dei circoli Arci) finora è stata impegnata principalmente in progetti a tutela dell'ecosistema marino, con organizzazione di "crociere didattiche" per gruppi tra Adriatico e Mediterraneo. Navigando sul sito non manca un banner dedicato a "Ilaria Salis libera", il che permette di avere un'idea molto chiara della collocazione politica di questa associazione, che ha trovato supporto nell'Arci per andare per mare con l'obiettivo di recuperare i migranti. E un primo intervento di questo tipo è stato già fatto con la barca Nihayet Garganey VI, veliero lungo 17 metri e largo 5, battente bandiera italiana. Sarebbe la seconda barca con bandiera italiana che entra nella flotta civile, dopo la Mare Jonio. Per altro, essendo un veliero, sfugge all'assegnazione dei porti lontani e, infatti, i primi 42 migranti recuperati nel Mediterraneo centrale sono stati portati a Lampedusa.

Nel comunicato riferiscono che "grazie anche al costante monitoraggio del Mediterraneo da parte della società civile, la nostra barca ha potuto essere nella zona in cui è stato effettuato il salvataggio tra le ore 20 e le 21". Ciò sembra significare che non si sia trattato di un intervento casuale ma "suggerito", probabilmente da Alarm Phone o da organizzazioni similari, che raccolgono le indicazioni che i migranti forniscono dai propri telefoni satellitari forniti dai trafficanti. Questo intervento di Sailingfor Blue Lab e Arci è stato compiuto con l'aiuto della nave tedesca Nadir della Ong ResQship, probabilmente impegnata in un'operazione di tutoraggio e affiancamento per l'equipaggio della Nihayet Garganey VI in questo primo intervento, nonostante i componenti pare abbiano preso parte ad altre missioni su navi Ong.

I dubbi sulle tempistiche della collaborazione tra Arci e Sailingfor Blue Lab si confermano con un passaggio del comunicato condiviso dopo l'intervento: "Siamo felici di aver salvato 43 vite, ma non possiamo non riflettere sulle risorse mal gestite in altre operazioni, come i recenti eventi in Albania, dove un dispiegamento di forze sproporzionato ha sottratto mezzi e risorse che avrebbero potuto essere impiegati per salvare vite umane". Nella nota si legge anche: "Questo governo sembra prioritariamente concentrato sul criminalizzare chi fugge da guerre, persecuzioni e disastri climatici, invece di agire per proteggere e accogliere". Il solito copione ripetuto più e più volte da attivisti di sinistra e Ong allo scopo di tentare lo speronamento del governo con il beneplacito delle opposizioni, che credono di tratte dei vantaggi da questi attacchi.

L'Arci ha perfino aperto una raccolta fondi per sostenere la sua nuova barca per gli interventi in mare: obiettivo 100mila euro in 80 giorni. "In un momento storico in cui soccorrere i migranti è divenuto un atto politico, la campagna Tutti gli occhi sul Mediterraneo è una chiamata all'azione popolare, un appello per riaffermare la solidarietà e il rispetto dei diritti fondamentali", si legge nella descrizione della raccolta.

"La nostra missione è chiara: grazie a una flotta dedicata e a equipaggi qualificati, ci impegniamo nella ricerca e nel supporto delle imbarcazioni di migranti in difficoltà, fornendo il primo soccorso, stabilizzando situazioni critiche e segnalando immediatamente la necessità di intervento alle autorità competenti", proseguono.

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