Terremoto, i paperoni della F1 raccolgono soltanto 17mila euro

Appello di Jarno Trulli dopo il Gran Premio della Cina: "Diamo una mano all’Abruzzo". Ma la colletta fra i piloti milionari racimola pochi spiccioli

Terremoto, i paperoni della F1  
raccolgono soltanto 17mila euro

Sakhir (Bahrein) - Tutto è nato dalla pole di sabato scorso qui nel deserto di un’isola nel Golfo persico. Tutto è nato grazie a un pilota di F1 con il cuore grande che ha indicato al mondo, cucito sulla tuta poco sotto la spalla, il logo di un sito web: www.abruzzonelcuore.org. Tutto è nato quando il cuore grande di Jarno Trulli ha accelerato le parole e anziché fargli dire «sono felice per il miglior tempo appena conquistato» lo ha spinto a pronunciare una frase semplice come il suo modo di essere: «Questa pole è per i terremotati d’Abruzzo».

Da due settimane il pilota pescarese si è fatto promotore di una campagna volta a raccogliere fondi in giro per il mondo a favore della sua regione. «Sono un padre - ripete - ho due bambini ancora piccoli e il mio sogno è di poter aiutare i terremotati trovando risorse per un nuovo asilo, una scuola, magari per partecipare alla ricostruzione della Casa dello studente». Sono frasi, queste, che ripete da quando, alla vigilia del Gran premio della Cina, annunciò l’apertura di un sito dedicato, spiegando che sarebbe andato di porta in porta, fra i colleghi piloti, per sensibilizzarli e coinvolgerli nell’iniziativa pro Abruzzo. L’obiettivo era dunque reperire fondi anche direttamente nel mondo della F1. Un mondo, vale la pena ricordarlo, decisamente ricco, un mondo che a parole ha risposto molto bene, un tantino meno - ed è un eufemismo - alla prova dei fatti. Almeno per ora.

Perché i piloti hanno, sì, tutti aderito al progetto di Trulli, tutti hanno risposto con piacere offrendo caschi, tute e memorabilia varie da mettere all’asta per la successiva raccolta di fondi. Nessuno, però, a giudicare dall’ammontare della cifra raccolta e riportata fedelmente sul sito «abruzzonelcuore», deve aver messo apertamente mano al portafoglio. Sulla homepage, un po’ in basso, a sinistra, ancora ieri veniva riportata la somma raccolta di 11.271. Un dato non aggiornato e lievitato negli ultimi giorni di 6mila euro.

Problema. Da quel che risulta, la somma è figlia del buon cuore di tanti piccoli appassionati di formula uno o tifosi del pilota abruzzese e della Toyota sparsi tra Italia e Giappone. Difficile pensare che già comprenda le donazioni dei piloti; anzi, meglio non pensarlo, vorrebbe dire che l’intero ambiente ha il braccino davvero troppo corto. Difficile accettare che nei 17mila e rotti euro ci possano essere i contributi pro terremoto di un Lewis Hamilton campione del mondo che si vocifera guadagni - le cifre sono assolutamente spannometriche - quasi 20 milioni di euro l’anno. E come lui un Kimi Raikkonen, un Fernando Alonso, oppure un Felipe Massa attestato sui 10 milioni.

«No, no, tutti i miei colleghi – spiega Jarno che al di là della campagna avviata aiuterà di persona la sua terra - hanno dato subito la loro adesione, chiedendomi che cosa avrebbero dovuto fare. E io non gli ho chiesto soldi, li ho invitati a donare oggetti importanti da poter mettere all’asta tra tifosi e appassionati di tutto il mondo… Credo che nessuno di loro si tirerà indietro. E poi non c’era una scadenza immediata, la raccolta proseguirà fino al termine del campionato, vedrete, siamo solo all’inizio». Obiezione: ci sta che uno non chieda apertamente soldi, ma se poi apre una sottoscrizione ci sta che l’altro capisca. Lucio Cavuto, manager e braccio destro del pilota, intanto annuncia altre iniziative: «So che in futuro ci sarà una partita pro Abruzzo tra nazionale piloti e nazionale del Mondiale 1982; il sindaco Gianni Alemanno ha dato la più ampia disponibilità, si giocherà all’Olimpico… Non solo: in Giappone, a fine stagione, in occasione del Gp, la tv nipponica farà una trasmissione per mettere all’asta i caschi dei piloti. Sono convinto che raccoglieremo almeno 200mila euro».

Tutto vero, tutto auspicabile, ma i 17mila euro di sottoscrizione sul web, con tanto di coordinate bancarie e di metodi di pagamento con carte di credito, non sono davvero pochini pensando che

avrebbero potuto partecipare anche i miliardari della F1 e non solo i tifosi? E il pensiero corre a Michael Schumacher, quando all’indomani del terribile tsunami, staccò un assegno di 10 milioni di dollari. Pronti e via. Così si fa.

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