Irregolare, presente quindi senza permessi in territorio spagnolo, ma anche senza precedenti e quindi impossibile da tenere sotto stretta sorveglianza. È questo il principale identikit emerso di Yanis Kanza, l'attentatore marocchino di 25 anni che ha ucciso un sagrestano nella città di Algeciras.
Immigrato irregolare presente in Spagna da giugno
Non è la prima volta che il nome di Yanis Kanza è spuntato negli archivi della polizia spagnola. Nel 2019 infatti è stato espulso per essere entrato illegalmente dal Marocco. Aveva raggiunto in quel caso la penisola iberica assieme a un gruppo di amici tramite una piccola imbarcazione.
Dopo tre giorni di detenzione in mano alle autorità di Madrid, come raccontato da El Mundo, Kanza è stato rimpatriato in Marocco. Un rimpatrio rapido dovuto agli accordi tra governo spagnolo e governo di Rabat stipulati negli ultimi anni.
A giugno però il giovane è riuscito nuovamente a oltrepassare il Mediterraneo. La polizia ha datato il suo ingresso ai primi giorni della scorsa estate. Questa volta Kanza è riuscito a sfuggire alle procedure di rimpatrio. Secondo la stampa iberica, la sua permanenza in territorio spagnolo è stata resa possibile dalla complessità delle procedure per l'espulsione. Su di lui infatti è stato aperto un procedimento amministrativo, ma non avendo precedenti penali è stato rimesso in libertà in attesa poi del rimpatrio.
Il giovane ne ha così approfittato, stabilendosi nella città di Algeciras. È qui poi che il 25 gennaio ha portato a termine il suo piano di morte. La polizia, hanno sottolineato El Mundo ed El Pais, lo ha iniziato a tenere sotto osservazione da alcune settimane.
Non ha mai dato l'impressione di un individuo radicalizzato, tanto è vero che nella moschea di Algeciras è stato visto solo un paio di volte e la stessa locale comunità musulmana non aveva grandi rapporti con lui. Tuttavia il suo modo di fare ha fatto scattare l'allarme. Il suo comportamento è stato descritto come sfuggente e introverso.
Non solo, ma anche il contesto in cui ha iniziato ad abitare ha sollevato perplessità tra gli agenti di Algeciras. Kanza ha vissuto in questi mesi in un'abitazione del centro città, ma in condizioni giudicate fatiscenti e con un carente livello igienico sanitario. Ha abitato assieme a dei coinquilini al momento però estranei ai fatti.
Condizioni di degrado quindi che hanno destato ulteriore sospetto. La polizia lo ha monitorato, ma non è potuta andare oltre. Non ha infatti, come detto, precedenti penali in territorio spagnolo e quindi gli agenti non hanno potuto procedere a una stretta sorveglianza.
Le accuse di terrorismo
La magistratura, dopo i fatti di ieri sera, ha aperto un'inchiesta e i giudici che hanno in consegna il fascicolo hanno apertamente parlato di terrorismo. Kanza quindi ha agito da terrorista e con finalità terroristiche. I magistrati della Corte Centrale di Istruzione hanno definito il venticinquenne come “salafita jihadista”.
Non sembra aver avuto complici, ma questo di certo non renderà l'indagine meno complessa. Anzi, gli inquirenti stanno adesso cercando di capire quando Kanza è venuto a contatto con le idee radicali e ha sposato la causa jihadista. Chi lo ha interrogato, lo ha descritto come una persona instabile ma il suo gesto non è stato quello di un folle.
Si è mosso con l'intento di aggredire fedeli dentro più chiese e di colpire con un machete paramenti sacri.
La sua conversione alla causa islamista potrebbe essere figlia di alcune frequentazioni su internet, ma non si escludono contatti con alcune cellule jihadiste locali. Elemento quest'ultimo che senza dubbio potrebbe rappresentare un'ulteriore minaccia per Algericas e per l'intera Spagna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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