Il ritorno dei tagliagole dell'Isis in Europa

Da Arras a Bruxelles, passando per l'operazione anti terrorismo a Milano: lo Stato islamico sembra rialzare la testa nel Vecchio continente

Il ritorno dei tagliagole dell'Isis in Europa
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Al momento non è possibile stabilire con esattezza una connessione con gli eventi in Israele, c'è però un dato certo: da alcuni giorni a questa parte, l'Isis è tornato tragicamente protagonista in Europa. Nel giro di poche ore, in particolare, almeno due eventi terroristici hanno scosso il Vecchio Continente: l'uccisione di un insegnante ad Arras, in una scuola peraltro ieri evacuata per allarme bomba, così come la sparatoria in pieno centro a Bruxelles in cui sono rimasti uccisi due tifosi svedesi. A questo, occorre aggiungere l'operazione anti terrorismo compiuta stamani a Milano. Un ulteriore segnale del rinnovato attivismo jihadista.

Francia e Belgio, due Paesi che tornano a fare i conti con l'Isis

Nessuno si era certo illuso che l'incubo del terrorismo islamista fosse svanito. Ma è altrettanto vero che i giorni dell'orrore nel cuore dell'Europa sembravano piuttosto lontani. L'era degli attentati nel Vecchio Continente ha avuto il suo triste apice tra il 2015 e il 2016. Un biennio caratterizzato dalla strage all'interno della redazione di Charlie Hebdo, avvenuta nel gennaio 2015. Nel novembre dello stesso anno, sempre a Parigi, un commando affiliato all'Isis ha ucciso 130 persone in simultanei attacchi in più parti della capitale francese.

Nel 2016 invece è stata Bruxelles nel mirino degli attentatori, con azioni compiute in aeroporto e in metropolitana. Sono seguiti altri episodi, soprattutto in Francia, attuati dai cosiddetti "lupi solitari" influenzati però dalla propaganda dell'Isis. L'attentato di Nizza del luglio 2016 rappresenta uno dei più cruenti attacchi del genere. Lo Stato Islamico ha poi colpito Barcellona nell'agosto 2017 e commandi terroristici hanno preso di mira, sempre nel periodo compreso tra il 2015 e il 2017, la Gran Bretagna tra Londra e Manchester.

La pressione terroristica si è poi affievolita. Non solo perché nel frattempo l'Isis ha perso il "suo" califfato tra la Siria e l'Iraq, ma anche perché sotto il profilo mediatico l'Europa ha dirottato su altro la sua attenzione. In primo luogo sull'emergenza Covid e, in secondo luogo, sulla guerra in Ucraina. L'Isis, molto attento agli aspetti legati al terrorismo di natura mediatica, ha probabilmente tenuto conto di questi dettagli. Molti miliziani sono stati negli ultimi anni consapevoli di operare in un contesto dove l'opinione pubblica non avrebbe dato ampio risalto alle azioni jihadiste.

Oggi la situazione è cambiata: l'attacco di Hamas in Israele ha prepotentemente proiettato di nuovo il medio oriente in prima pagina. E, con esso, anche l'allerta terrorismo. A questo, occorre aggiungere la chiamata a raccolta operata nei giorni scorsi da molti islamisti sui social e all'interno dei canali della propaganda jihadista. Non è un caso che, dopo l'aumento delle tensioni in Israele, gran parte dei Paesi europei hanno innalzato le misure di protezione.

L'uccisione del professore ad Arras e la sparatoria di Bruxelles, molto probabilmente sono opera di lupi solitari. Singoli terroristi spinti però dalla rinnovata propaganda jihadista. Le azioni compiute in Francia e Belgio testimoniano quindi il ritorno dell'incubo dell'Isis in Europa. Un incubo contro cui occorrerà nuovamente fare i conti.

L'allerta in Italia

Nel nostro Paese il livello di allarme è alto anche se, come chiarito dal ministro degli Esteri Antonio Tajani nelle scorse ore, non ci sono elementi che fanno temere un attacco imminente. "Il livello di guardia è stato già alzato da qualche giorno - ha dichiarato il titolare della Farnesina - stiamo tenendo tutto sotto controllo. Stamane sono state arrestate due persone accusate di terrorismo. Tuttavia non ci sono minacce dirette, ma può sempre esserci la minaccia di qualche fondamentalista esagitato che agisce da solo, un cane sciolto".

L'operazione a Milano a cui ha fatto riferimento Tajani, è un altro segnale del rinnovato attivismo jihadista.

Le due persone arrestate, secondo gli inquirenti, facevano propaganda in nome e per conto dell'Isis e hanno sostenuto l'organizzazione in ogni suo aspetto. Un motivo in più per mettere in allarme la sicurezza, non solo in Italia ma per l'appunto nell'intero Vecchio continente.

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