Era nell'aria. Gli Stati Uniti e il Giappone stavano valutando già da tempo la possibilità di scaricare i titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona. A partire da quelli italiani. Un'operazione che settimana scorsa era solo nell'aria. Ora, invece, è certezza. Nomura ha, infatti, operato un drastico taglio sull’esposizione al debito del Belpaese. Una scelta drastica che ha fatto subito schizzare alle stelle lo spread fra i Bund tedesci e i Btp a dieci anni. Nel giro di pochi minuti, infatti, il differenziale è balzato a quota 510 punti, in forte crescita rispetto alla chiusura di ieri a 493 punti, per poi tornare nuovamente indietro dopo l’esito dell’asta di titoli di Stato, collocati interamente anche se con tassi in forte rialzo..
Le potenze estere non si fidano più del Vecchio Continente. E scommettono contro la tenuta della moneta unica che, giorno dopo giorno, risulta sempre più debole. "Con una nota diffusa nella notte ha spiegato l'agenzia Bloomberg - la banca giapponese ha ridotto dell’83%, da 2,81 miliardi a 467 milioni di dollari, il valore dei titoli italiani iscritti a bilancio". Non c'è solo l'Italia sotto attacco. La stessa sorte è infatti toccata al debito spagnolo, che è stato tagliato del 62%, e a quello greco, che è invece stato diminuito del 43%. "Nel complesso - ha continuato Bloomberg - l’esposizione verso Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna è stata ridotta dai 3,55 miliardi di settembre a soli 884 milioni di dollari". La mossa di Nomura rischia di destabilizzare pesantemente la tenuta dei Paesi dell'Eurozona. Già in Italia si sono sentite le prime conseguenze con il differenziale con la Germania sulla scadenza benchmark decennale che vola a 510 punti. "Sale anche il rendimento sulla scadenza decennale - spiuega un operatore di Borsa - dopo aver toccato un massimo al 7,35% al momento il tasso sulla scadenza italiana a dieci anni è al 7,33%". In realtà lo spread ha subito fatto marcia indietro scendendo a 492 punti subito dopo l’esito dell’asta di titoli di Stato collocati interamente anche se con tassi in forte rialzo. Il rendimento triennale è infatti salito al 7,89% toccando i massimi dal 1996, mentre quello decennale ha raggiunto il 7,56% segnando l'ennesimo record dal 1997.
Moody’s ha messo sotto esame il debito subordinato di 87 banche di quindici Paesi dell'Eurozona che adesso richia l’abbassamento da uno a due gradini del merito. Le banche più colpite sono, ovviamente quelle spagnole (in tutto sono 21) e quelle italiane (17). Ma non ci sono soltanto i Piigs sotto attacco. Anche la Francia trema. Secondo il quotidiano La Tribune, Standard&Poor's starebbe valutando la possibilità di cambiare da stabile in negativo l'outlook sulla tripla "A" della Francia. Un'operazione che l'agenzia di rating internazionale potrebbe portare a termine già nei prossimi dieci giorni.
Secondo fonti vicine a S&P, l’annuncio avrebbe dovuto essere fatto venerdì scorso, ma per ragioni ancora sconosciute è stato rimandato. "La revisione al ribasso dell'outlook di Parigi - spiega il quotidiano francese - potrebbe portare a un downgrade a breve termine, nel corso di un periodo compreso tra sei mesi e due anni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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