Il "tesoro ritrovato" di Palazzo Arese Litta

"Un tesoro ritrovato. Dal rilievo alla rappresentazione" è il titolo della bella mostra ospitata nel settecentesco Palazzo Arese Litta (fino al 18 luglio; martedì-domenica, dalle 10 alle 18, ingresso libero). Si tratta di un viaggio affascinante all’interno dell’Agenzia del Territorio, ovvero l’ente che si occupa del patrimonio cartografico-catastale dello Stato

"Un tesoro ritrovato. Dal rilievo alla rappresentazione" è il titolo della bella mostra ospitata nel settecentesco Palazzo Arese Litta (fino al 18 luglio; martedì-domenica, dalle 10 alle 18, ingresso libero). Si tratta di un viaggio affascinante all’interno dell’Agenzia del Territorio, ovvero l’ente che si occupa del patrimonio cartografico-catastale dello Stato, una narrazione, in pratica, che ripercorre le tappe della storia della cartografia e di quell’insieme di conoscenze scientifiche, tecniche e artistiche a essa connesse. Organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando, promossa dall’Agenzia stessa sotto l’Alto Patronato della presidenza della Repubblica, il patrocinio dei ministeri dell’Economia e delle Finanze, dei Beni Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia - e della Provincia di Milano, l’esposizione copre l’arco temporale degli ultimi tre secoli, con una ricca selezione di mappe, oltre a cabrei, atlanti, strumenti scientifici per il rilievo, documenti, registri, atti notarili. Diviso in quattro sezioni, il percorso espositivo si giova altresì di una breve introduzione storica in cui vengono presentati i primi tentativi di misurazione e definizione del territorio. Il “cubito di Imen-m-ipet”, proveniente dal Museo Egizio di Tornio, la “Groma” del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, reperti che rimandano alla classicità, quando la conoscenza dell’orbe terracqueo era un insieme di miti, intuizioni, leggende. E’ comunque con la prima sezione che la mostra entra nel vivo, grazie al racconto della nascita dei catasti geometrico-particellari, a partire da quel “Catasto Teresiano” che nel 1760 corona il sogno di mappatura dell’imperatore Carlo VI. Esempi di mappe dal catasto napoleonico, pontificio, franceschino, affiancano splendide tavole di cabrei e atlanti decorati con raffinatezza e minuzia, dove la scelta cromatica e l’abilità artistica si combinano con una “ratio” matematico-tecnica che lascia sbalorditi. Nella seconda sezione, la legge Messedaglia disposta dopo l’Unità d’Italia, apre la strada alla formazione di un catasto unico che nel primo Novecento potrà avvalersi del metodo aero-foto-grammetrico, in pratica il territorio “mappato” dal cielo. Anche qui molti gli strumenti tecnici esposti: teodoliti, tacheometri, pentografi, regoli e aritmometri. Nelle due ultime sezioni, viene infine affrontata la questione della conservazione delle mappe, grazie all’evoluzione degli strumenti topografici moderni e della moderna gestione della cartografia catastale. Sette importanti reperti cartografici novecenteschi, provenienti dalla Biblioteca storica dell’Istituto Geografico De Agostini, concludono “Un tesoro ritrovato”.

Per tutta la durata della mostra, inoltre, sarà possibile vedere, nella Sala delle mappe dell’Archivio di Stato, in via Senato 10, l’originale restaurato dell’antica Pianta di Milano, fondata nel 1807 sul rilevamento coordinato degli astronomi di Brera. Una vera festa per gli occhi e per la mente.

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