Roma - «Irritato» forse è dire poco. Con «imbufalito» ci siamo quasi. Mentre «incazzato nero» pare sia la versione più corretta, quantomeno è quella più gettonata. Fate voi. Ciò che conta è che Gianfranco Fini perde le staffe e non le manda a dire - nei suoi colloqui privati - ad Augusto Minzolini. Non c’è trucco e non c’è inganno, non lo raccontano mica i berlusconiani di ferro.
A spifferarlo sono infatti i suoi fedelissimi. Uno, due, tre, quattro. Concordi, con la garanzia dell’anonimato, nel riferire di un presidente della Camera «indignato» con il Tg1. Reo, secondo quanto riportano appunto i finiani, di aver relegato - nell’edizione di punta delle ore 20 - «solo negli ultimi cinque-dieci secondi di un pastone politico di un minuto e mezzo, dopo il commento di Roberto Maroni, le parole di Fabrizio Cicchitto, del ministro Angelino Alfano, ma anche di Pier Luigi Bersani, Nicola Latorre, Lorenzo Cesa, Massimo Donadi e Renato Schifani, il suo intervento sulle riforme al convegno di Farefuturo». Uno smacco, è la sensazione che prevale. Anche per un motivo «tecnico», oltre che politico, visto che «un giornalista della testata in questione era pure presente a Palazzo Marini», location dell’incontro di giovedì pomeriggio. Ma del servizio neppure l’ombra, lamentano in coro. «Schema che - giurano - si ripropone pure nell’edizione della notte».
Insomma, è una «roba inaudita, dato che tutti i telegiornali, ad eccezione guarda caso di Tg1 e Tg4 - prosegue così l’analisi di chi raccoglie il pessimo umore dell’ex leader di An - hanno dedicato un pezzo ad hoc all’analisi di Fini sul sistema semipresidenziale francese e sulla necessità che si modificasse anche la legge elettorale». Un tema, rintuzzano, che «campeggia non a caso su tutti i quotidiani italiani oggi in edicola (ieri per chi legge, ndr). D’altronde, come sapete bene pure voi del Giornale, c’era davvero grande attesa per la sua prima uscita pubblica dopo il responso delle elezioni regionali».
Comunque la si giri, Fini mastica amaro. E si parla di almeno una sua telefonata infuocata nei confronti di Minzolini. Il potenziale destinatario, però, nega in maniera netta. «Non so nulla di questa storia - premette il direttore del tg in onda sulla rete ammiraglia - e non ho ricevuto chiamate di alcun genere da Fini, almeno fino a questo momento». L’orologio, per dovere di cronaca, segna le 16.30.
Ma tant’è: le voci su un loro contatto diretto rimangono fino a sera. Nonostante arrivi pure la secca smentita del portavoce della terza carica dello Stato. «Il presidente Fini non ha telefonato al direttore del Tg1», premette Fabrizio Alfano, che però aggiunge: «Sono stato io, com’è naturale che sia per il ruolo che ricopro, e come avviene di continuo con i direttori di tutte le principali testate giornalistiche - attività che svolgono tutti i portavoce - a chiamare in mattinata Minzolini». Una semplice casualità? Non proprio, visto che a domanda diretta Alfano risponde così: «Per quanto mi riguarda, il modo in cui in questo momento il Tg1 sta informando gli italiani è motivo di polemica».
Non si va oltre, il giornalista non aggiunge altro. Ma al di là della telefonata diretta o no, esclusa per altre ragioni pure dal solito maligno di turno («potete criticarlo quanto vi pare, ma Fini è un politico scaltro, figuriamoci se alza la cornetta di persona, rischiando magari di venire intercettato e di finire poi sui giornali»), è evidente che la scarsa visibilità concessagli dal principale tg italiano, nel momento di massimo ascolto serale, gli abbia davvero fatto perdere l’aplomb.
Che di per sé, non sembra essere una novità assoluta. Va ricordata ad esempio la reazione avuta nei confronti degli editoriali del direttore del Giornale, Vittorio Feltri, che avrebbe preferito - diciamo così - sistemato da qualche altra parte.
Ma torniamo a bomba. Anche perché - ipotesi che filtra sempre negli ambienti a lui vicini - Fini avrebbe pure pensato di mettere tutto nero su bianco, riversando in una lettera il suo forte disappunto sulla gestione Minzolini. Una missiva di protesta che sarebbe stata indirizzata alla presidenza della Vigilanza Rai, che si riunirà, per altri motivi, martedì prossimo. Una mossa che sarebbe comunque tramontata.
Se ne prende atto, ovviamente. Così come non si può non notare che ieri sera, invece, un servizio su Fini (il secondo in scaletta, dopo l’apertura sulla missione di Silvio Berlusconi a Parigi) il Tg1 ce l’aveva eccome.
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