Toilette pubbliche poche e sporche: non fanno business

Il problema è forse banale, ma poter girare per la città con la sicurezza di trovare adeguati servizi è importante per tutti, soprattutto per i nostri «vecchi». Con mia madre, sono andato al Castello per visitare la mostra su Leonardo e la Pinacoteca; fin qui tutto bene. Prima di riprendere il tram, accompagno la mamma ai servizi. E qui cominciano i problemi: gli unici sono mal segnalati e si trovano in fondo al cortile della Rocchetta e per una persona anziana il percorso non è agevole. E le toilette? Minuscoli stanzini aperti sia in basso sia in alto, un water forse di design ma così alto che solo una giraffa lo avrebbe potuto usare. E lasciamo perdere il discorso pulizia. Ho visto tutto ciò perché la porta principale, quella che si apre direttamente sul cortile, era spalancata perché rotta. Speriamo che in occasione dell'Expo qualcosa migliori!

Caro signor Bianco viviamo in una strana società. Una società in cui il senso del pudore negli ultimi anni ha subito degli scossoni simili a quelli di un terremoto di sesto-settimo grado della scala Richter: danni alle cose, possibilità di crolli, numerosi feriti. E i feriti, gentile signor Fiorenzo, siamo noi. Siamo tempestati da pubblicità e spot che ormai non lasciano spazio all’immaginazione. E non parlo di tette e culi in bella mostra. C’è chi stende un’intera aula scolastica perché si toglie una scarpa; la gentile signorina che atterra un passeggero del tram che si è avvicinato alla sua ascella; la Bella Addormentata che preferisce continuare a dormire pur di non ricevere il bacio del Principe Azzurro che non si è lavato i denti; la dentiera nel bicchiere che subisce lavaggio tipo car wash… E qui mi fermo per quel rudere di senso del pudore non ancora abbattuto dal terremoto. Ma questa società si ricorda delle nostre esigenze corporali solo se e quando diventano un eccesso, un’anomalia e quindi diventano interessanti a livello pubblicitario e commerciale. Eppure tutti facciamo la pipì; re, governanti, imperatori, papi, generali, operai, giornalisti… nessuno sfugge. Non a caso nelle città, fino a qualche tempo fa esistevano i vespasiani; poi, non si sa bene per quale pruderie, sono stati eliminati. Sostituiti in parte da piccoli cubi di plastica in cui nessuno ha il coraggio di entrare per paura di finire centrifugato, lavato e disinfettato. E questa scarsa attenzione alle toilette la trova purtroppo dovunque: negli autogrill, nei ristoranti, nei musei, negli uffici pubblici, a cinema e a teatro.

E sa perché? Perché fare pipì è una cosa normale, quasi banale, non fa business e quindi non interessa ad alcuno. Ma provi a diventare incontinente e vedrà quanta gente vorrà occuparsi di lei.
PS Spesso, però, è anche colpa di chi le utilizza e della loro maleducazione se le toilette fanno schifo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica