«Tolga i suoi piedi dal sedile» Un altro controllore picchiato

«Tolga i suoi piedi dal sedile» Un altro controllore picchiato

Accade spesso che dopo un fatto di cronaca eclatante e improvviso se ne verifichi, immediatamente dopo, un altro dello stesso tipo, come in una sorta di inspiegabile scia negativa. O, più semplicemente, certi episodi vengono segnalati con maggiore facilità se il richiamo è recente e importante. Così è accaduto ieri quando una signora, controllore del treno 5125 partito alle 6.36 Monza e diretto a Lecco, è stata aggredita in prossimità della stazione di Besana Brianza da un passeggero che non solo era sprovvisto di biglietto ma che teneva i piedi dal sedile. La signora ha chiesto al passeggero di comportarsi come si deve e quindi togliere i suoi piedi dal sedile e l’uomo ha reagito in malo modo. Solo l’intervento di altri passeggeri presenti a bordo del treno ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente. A causa dell’accaduto il treno ha registrato 38 minuti di ritardo. Una volta giunti in stazione a Lecco sono intervenute le forze dell’ordine che hanno fermato l’aggressore.
«Un fatto gravissimo nei confronti di una lavoratrice di questa azienda che stava solo facendo il suo lavoro e alla quale esprimo tutta la solidarietà mia personale e dell’azienda che si costituirà parte civile contro l’aggressore - ha commentato Giuseppe Biesuz, amministratore delegato di Trenord, la società di gestione dei treni locali lombardi che ha diffuso la notizia ieri pomeriggio -. Sono seriamente preoccupato per l’aumentare di questi episodi nei confronti del nostro personale che svolge un compito delicato con la clientela e fondamentale per l’andamento del servizio. Questo è un momento che richiede l’assunzione di grandi responsabilità da parte di tutti. Inasprire i toni come fatto recentemente non può che portare ad episodi come quello verificatosi stamattina».
«Totale solidarietà» alla dipendente di Trenord è stata espressa anche dall’assessore regionale a Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo.
«Di fronte a un episodio così grave, bene ha fatto l’azienda a costituirsi parte civile - ha commentato Cattaneo -. Dopo l’aggressione a un dipendente Atm ora quella a un capotreno di Trenord: si tratta di episodi di inaccettabile violenza, che destano grande preoccupazione. Simili atti sono da stigmatizzare e punire».
Sullo sfondo di questi avvenimenti resta lo spettro, spaventoso, del gravissimo fatto avvenuto nell’ottobre 2010 alla stazione della metropolitana romana Anagnina.

Quando Maricica Hahaianu, un’infermiera romena di 32 anni, venne colpita con un pugno da un ventenne romano (ora accusato di omicidio preterintenzionale) al termine di una lite per la fila. Una banalità finita in tragedia. Un epilogo drammatico che speriamo non si ripeta a Milano.

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