da Torino
Una paginetta fitta fitta sul quaderno di Italiano dove il figlio, 13 anni, riportava, parola per parola, i versi della canzone Bella ciao: quando la mamma lha vista non poteva proprio crederci. «È stata la professoressa a dirci di copiarla dalla lavagna ha raccontato il ragazzino -, vedi che ha anche messo la sua firma in fondo alla pagina?».
E così nel programma didattico di una terza media torinese, la succursale della Niccolo Tommaseo in via Giulia di Barolo, è scivolato il testo delladagio più noto tra quelli datmosfera partigiana, un manifesto per la sinistra di tutti i tempi.
«Da lì linsegnante sperava che i ragazzi traessero chissà quali spunti», racconta tra lironico e lindispettito la mamma che ha voluto rendere nota la vicenda in attesa di capire se sia il caso di denunciare laccaduto alla preside. La classe frequentata dal suo ragazzo un tempo era annessa al Conservatorio subalpino, una soluzione per consentire ai giovani talenti di proseguire la scuola dellobbligo mentre coltivano la passione per la musica. Lanno scorso poi è diventata una costola della scuola pubblica Tommaseo. «Dai racconti di mio figlio ho capito subito che tipo fosse linsegnante di Italiano racconta la mamma -. Del resto, non cè bisogno di tanta fantasia quando un ragazzo ti dice che le lezioni cominciano con linvocazione Avanti popolo».
Tanto entusiasmo però non aveva mai valicato i confini del folclore, pur se considerato inopportuno da molti genitori che tra loro avevano già commentato la cattiva abitudine alla propaganda politica mostrata in classe dalla docente. La parentesi sentimentale di Bella ciao è stata la classica goccia in un vaso stracolmo. Secondo la ricostruzione fornita dallo studente ai genitori, linsegnante, nel bel mezzo di una lezione su Leonardo Sciascia, si sarebbe abbandonata a una appassionata digressione sul comunismo. «A un certo punto riferisce la madre ha chiesto se i ragazzi conoscessero qualcuna delle canzoni dei partigiani. Un allievo ha indicato Bella ciao, allora linsegnante lo ha chiamato alla lavagna perché scrivesse il testo e ha detto agli altri di copiarlo sul quaderno. La pagina è firmata, vede? Lei ha voluto controllare che avessero eseguito il compito. Poi ha suggerito di imparare la canzone a memoria e adesso mi chiedo se intenda anche verificare chi abbia seguito il consiglio».
Interrogazione cantata su storia popolare della Resistenza: unipotesi nefasta per il tredicenne e i suoi compagni, nonostante le riconosciute competenze in materia musicale. E ancor peggio è parsa la prospettiva a venti giorni dallesame di Stato, «un periodo durante il quale francamente prosegue la mamma torinese mi aspettavo approfondimenti diversi da uninsegnante di Italiano».
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