«Aggiungi un posto a tavola» è uno di quegli spettacoli che non si dimenticano facilmente. Non soltanto per la contagiosa simpatia del suo primo interprete (Johnny Dorelli) ma per la sua struttura musicale e per il racconto che offre di una collettività da «piccolo mondo antico», modesta, umile ma carica di generosa umanità. Correva l'anno 1974. Il palcoscenico era quello del Sistina di Roma (gestito dalla premiata ditta Garinei & Giovannini).
Dietro le quinte c'era un ragazzino di appena sette anni. Era il figlio del protagonista. Si chiamava Gianluca. Il bambino di allora oggi è uomo fatto (e ancora fresco di paternità). Di acqua sotto i ponti ne è passata molta, ma Gianluca non ha dimenticato quello spettacolo. E a 35 anni di distanza quello spettacolo torna sullo stesso palcoscenico di allora. Solo che al posto del padre (Dorelli) c'è il figlio (Gianluca Guidi). A lui è affidato, infatti, il ruolo di don Silvestro, il sacerdote scelto insieme con i suoi paesani per salvarsi dal secondo diluvio universale. «Ricordo bene mio padre sul palcoscenico - racconta Guidi - Ecco perché, questa commedia oltre a rappresentare una occasione professionale importante per me ha un grande valore affettivo».
Lo spettacolo tra quelli italiani più riproposti all'estero, con ben 45 edizioni ed oltre cinque milioni di spettatori, torna in scena in occasione dei sessant'anni del tempio musicale italiano più conosciuto. Con Gianluca anche Marisa Laurito che torna al Sistina nel ruolo di Consolazione, e Enzo Garinei che diventa il sindaco Crispino.
«Ogni volta che entro in questa sala - aggiunge la Laurito - mi sale il cuore in gola. E questa è una grande commedia moderna, dove si parla di un Dio giusto. Una commedia ancor più attuale oggi, anche per il tema dell'accoglienza che è insito nella commedia stessa».
Si tratta di una favola, come la definisce Jaja Fiastri, coautrice del testo originale. Una favola un po' «irriguardosa, dove un giovane prete, che ama il mondo e l'umanità, si permette addirittura di battibeccare con Dio». «Si tratta però di un Dio comprensivo e moderno - spiega la stessa Fiastri, che ha firmato tra gli altri successi del Sistina anche "Alleluja brava gente!" - non come lo intende un certo clero bacchettone, che ama gli uomini e non considera il mondo una valle di lacrime». Un Dio, insomma, «inaspettato» che stabilisce con un semplice, umile ma autentico prete, un feeling quotidiano nato da una inaspettata telefonata dove gli ordina di preparare un'arca in vista del secondo diluvio universale. Una storia basata sui sentimenti autentici, sulla semplicità di persone che vivono nella normalità la vita quotidiana e, forse proprio per questo, scelti da Dio per salvare il genere umano.
Pensata negli anni Settanta ma sempre moderna, tanto da aver fatto il giro del mondo: da Vienna a Madrid, per toccare i palcoscenici dei teatri di Londra, San Paolo del Brasile, Lubecca, Budapest e Mosca. Per questa edizione tornerà sul palco del Sistina anche Enzo Garinei.
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