Tosi dà la ricetta veneta per salvare Genova

(...) fa votare per il Carroccio anche la gente di sinistra e che non ha paura a sfidare neppure il suo partito. Ieri tra i banchi di piazza Palermo il feeling con i cittadini si è confermato molto stretto. La signora Marosa Terrile, titolare di una cartoleria a Tommaseo lo ha anche «costretto» ad andare a prendere un caffè insieme al candidato sindaco genovese Edoardo Rixi e al presidente designato per il Municipio Medio Levante, Renzo Di Prima. E gli ha voluto raccontare di come i negozianti si sentano tartassati, sempre controllati in ogni modo, mentre davanti alle loro vetrine abbondano gli ambulanti abusivi che nessuno disturba.
La Lega però non rischia una bastonata? Ieri è emerso anche che l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito avrebbe dato 50mila euro al segretario regionale ligure della Lega Francesco Bruzzone. La circostanza è riportata in atti dell’inchiesta ed emerge da una telefonata tra lo stesso Belsito e il deputato leghista Giacomo Chiappori. I soldi sarebbero stati dati da Belsito a Bruzzone «per farlo entrare nel cda di Fincantieri di Genova, ruolo che effettivamente Belsito ha poi ricoperto». Bruzzone replica smentendo seccamente: «Mai avuto la possibilità di gestire nomine nazionali come quella di Fincantieri. Sono esterrefatto per la finta notizia - ribatte annunciando querele -. Se tale dichiarazione dovesse essere stata fatta da Belsito, per farsi ancora più grande di quello che era, la querela sarà doppia». «Fossimo alle politiche, sarebbe probabile una mazzata - replica Tosi, senza nascondersi -. Ma la gente vuole conoscere le persone che vota. Qui c’è Rixi che è un bravo ragazzo, conosciuto sul territorio, apprezzato per quello che fa. È questo che conta per i cittadini». Rixi come Tosi la prima volta? C’è anche una lista civica come allora, perché? «Perché è giusto far sentire rappresentati da Rixi, come avevo fatto io allora, anche quelli che non sono leghisti - sorride il sindaco di Verona -. Il mio consiglio è quello di andare ad ascoltare i problemi veri dei cittadini, ma vedo che quello lo sta già facendo benissimo». È un assist per il candidato sindaco di Genova, che snocciola l’elenco delle priorità: sicurezza, abusivismo, decoro vanno in cima alla lista. E Tosi offre la sua ricetta: «Verona è la quarta città italiana per flusso turistico, forse sembra incredibile ma è così -. Genova per bellezza e tesori non è certo inferiore. Ma perché allora non riesce a fare turismo? Perché i turisti hanno bisogno di sentirsi bene. La prima cosa che ho fatto è stata combattere l’abusivismo. La polizia municipale, agendo sotto l’egida della magistratura, ha applicato la legge. Fermava gli ambulanti in stazione, requisiva la merce, seguiva i venditori e trovava i depositi. Poi abbiamo iniziato a fare multe da mille euro a chi comprava merce abusiva, dopo un’abbondante campagna pubblicitaria. Ora non c’è più un banchetto».
Sì, ma Genova è anche la città che per prima ha visto un magistrato saltar su per dire che non avrebbe applicato una legge dello Stato appena approvata, quella sul reato di clandestinità. «Le sanzioni amministrative non devono passare dai magistrati», sorride Tosi. Che poi insiste sulla svolta della politica nel suo partito, partendo proprio da Genova. Ma perché qui la Lega non ha mai sfondato? «È una questione di candidato, se hai quello giusto sei convincente - insiste Tosi -. Conta il voto alla persona, la gente deve potersi fidare di chi vota. Poi è chiaro che più la città è grande, più aumenta il peso del partito e diminuisce il valore della persona». Dall’abusivismo alla moschea il passo è breve. Tosi non lo affronta in maniera ideologica. Dice no, secco.

Ma frega chi prova a fare in nasino benpensante: «Stiamo parlando di moschea, vero? Non di luogo di culto - spiazza tutti -. Per i luoghi di culto nessun problema, anzi. La moschea non è integrazione. Un italiano che si affaccia al balcone e si mette a urlare viene denunciato per schiamazzi, loro devono rispettare le nostre regole».

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