Chirurgia salvavita. Ovvero: i trapianti. Una specialità sempre più raffinata e per questo sempre più richiesta. Crescono i pazienti in lista dattesa proprio perché aumenta la sopravvivenza e la qualità di vita delle persone trapiantate. Ma crescono anche i donatori e i trapianti, 200 in più questi ultimi rispetto allanno scorso nelle regioni del Nord Italia. È il bilancio di fine anno del Nipt (Nord Italia Transplant) unarea che comprende Friuli, Venezia Giulia, Lombardia, Marche e Veneto. E la Lombardia che un anno fa era rimasta fanalino di coda, oggi fa la parte del leone mettendo a bilancio nellultimo anno 62 donatori e 102 trapianti in più. Ha commentato Alessandro Nanni Costa direttore del Centro nazionale trapianti che «la crescita del 30 per cento, considerata la popolosità della Lombardia vale tantissimo perché è una regione estesa come il Belgio».
Quanto pesa invece il rifiuto dei familiari? La media delle opposizioni in Italia è del 30,5 per cento (lanno scorso era del 32,9 per cento). In Lombardia, invece, si è passati dal 25,6 per cento del 2008 al 23 per cento del 2009. «Meglio di noi fa solo la Spagna - ha concluso Costa - che ha solo 15 opposizioni ogni 100. Se riuscissimo anche noi a dimezzare il numero delle opposizioni, passando da 30 a 15, si potrebbero fare 900 trapianti in più allanno, un numero incredibile».
Secondo gli esperti che ogni anno fanno un censimento di tutti i colloqui, «il rifiuto è trasversale, appartiene a tutte le classi sociali, anche se dove la scolarizzazione è più alta i consensi aumentano leggermente».
Ad aumentare, però, nelle regioni del Nitp sono anche i pazienti in lista dattesa. Solo fra le persone in coda per un rene nuovo si viaggia al ritmo di 50 pazienti in più lanno, mentre le liste dattesa degli altri organi crescono di qualche decina di unità.
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