Travaglio a Santoro: "C'è ancora giornalismo nel tuo talk show?

Nuovo editoriale al vetriolo del giornalista del Fatto: "Una bolgia di bugie e ipocrisie"

Travaglio a Santoro: "C'è ancora giornalismo nel tuo talk show?

"Prima di domandarsi se il collaboratore fa la pace col conduttore e torna a bordo, andrebbe sciolto un rebus: cosa rimane, del giornalismo come lo conosciamo tutti, nei talk show?". Con un nuovo editoriale su il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio torna ad attaccare Michele Santoro dopo la lite in diretta a Servizio Pubblico.

"Chi insinua dissensi politici fra il conduttore renziano e il collaboratore grillino, risentimenti per l’ora tarda, nervosismi da share, gelosie da primedonne, mente per la gola", scrive il giornalista, "Qui la questione è un po' più seria. Esiste ancora nel talk show uno spazio indipendente per il talk inteso come racconto di fatti veri al riparo dallo show, cioè del pollaio gabellato per contraddittorio e ascolto dove chi ha torto e mente passa dalla parte della ragione e della verità solo perché se ne sta comodo a cuccia, certo dell’impunità politica che gli consente di sgovernare da 30 anni, in una notte dove tutte le vacche sono nere?. Davvero parlare di queste porcate chiamandole col loro nome e chiedendone conto a chi le ha fatte è davvero violazione del bon ton e rifiuto del contraddittorio?. Se i colpevoli sono tutti al potere è anche perché troppa gente si lascia abbindolare dai diversivi retorici tipo angeli del fango che, intendiamoci, fanno benissimo e vanno ringraziati, purché però non si prestino a distrarre l’attenzione dai portatori del fango".

Poi sfida Santoro: "Attendo che qualcuno mi dica un solo fatto non vero tra quelli che ho ricordato giovedì. Ma temo che anche stavolta, come sempre dal Satyricon di Luttazzi nel 2001, la domanda resterà inevasa. Molto più facile dipingere i fatti come insulti e le critiche come rissa, anche se me ne sono andato proprio per evitare di trascendere davvero negl’insulti e nella rissa. Restare calmi e zitti in

538em;">quella bolgia di bugie e ipocrisie è un’impresa che può riuscire ai figuranti da talk show, marionette senza sangue che s’incazzano e si placano a comando".

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