Una sola certezza: ammazzano per faccende losche, quasi certamente affari di droga, sui quali gli investigatori stanno concentrando le loro attenzioni. Dopo un periodo di relativa tranquillità è arrivato dunque il momento dei criminali di razza. Gente che non va per il sottile, perché la lezione deve essere chiara per tutti. La mattanza comincia la sera del 21 aprile scorso a Limbiate: Loris Malacrinò, 23 anni, sgarra e non salda un debito con una banda di albanesi. Pochi soldi, mille euro. Bastano per armare la mano dellassassino che gli stronca la vita con una violenta coltellata allinguine. Il giovane muore dissanguato. Al termine di una complessa indagine i carabinieri della compagnia di Desio intercettano il presunto assassino e lo bloccano a Milano. Nega, ma le prove raccolte dagli inquirenti lo incastrano. Il 20 maggio scorso a Capriano di Briosco, i killer fulminano con un colpo in piena fronte Calogero Lo Cascio, 41 anni, siciliano, da tempo trapiantato a Milano. Per guadagnare tempo prezioso sulle indagini degli inquirenti bruciano il corpo, ormai senza vita dentro unAlfa 145. Il delitto è ancora in cerca dautore. Eppure, lipotesi meno avventurosa è quella che il siciliano abbia pestato i piedi a qualche pezzo grosso del giro.
Anche lalbanese fulminato alcuni giorni fa a Monza, potrebbe aver fatto il passo più lungo della gamba: «cancellato» con tre colpi esplosi da distanza ravvicinata. I boss, che hanno in pugno il mercato degli stupefacenti, non scherzano. Uccidono, o fanno uccidere senza pietà.
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