Il Tribunale di Firenze scagiona Domenici e il caso Moratti va verso l’archiviazione

Uno non ne bastava. Il Codacons - il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti dei consumatori - ci riprova. Come se due anni di indagini non ci fossero state. Come se una maxi-perizia - la più imponente indagine sulle cause e gli effetti dell’inquinamento a Milano - non fosse mai stata eseguita. Così, nei giorni scorsi, i consumatori hanno presentato un nuovo esposto in Procura (questa volta a carico di ignoti), chiedendo ai magistrati di indagare sulle responsabilità legate allo smog in città.
La denuncia è stata depositata il 18 novembre scorso, ed è arrivata una settimana più tardi sul tavolo del procuratore aggiunto Nicola Cerrato, a capo del pool di pm che si occupano anche di reati ambientali. Insomma, una situazione fotocopia rispetto a quella che nel dicembre del 2009 fece aprire un fascicolo a carico dell’ex sindaco Letizia Moratti, al presidente della provincia Guido Podestà e al suo predecessore Filippo Penati, e al governatore Roberto Formigoni, ora sotto inchiesta anche per il reato di omissione d’atti d’ufficio. Quell’indagine, come riportato ieri dal Giornale, si avvicina a un binario morto. Il 19 gennaio prossimo il giudice per le indagini preliminari deciderà se concedere una nuova proroga all’indagine, o archiviare definitivamente il caso come chiesto dalle difese degli indagati. Una possibilità, quest’ultima, più che concreta. E non solo alla luce della consulenza degli esperti nominati dalla Procura che hanno sottolineato come la Pianura Padana sia «una della aree d’Europa e forse del mondo meno adatte a ospitare emissioni» inquinanti. Ma anche in base a un precedente importante. Quello della sentenza con cui i giudici di Firenze hanno assolto l’ex sindaco Leonardo Domenici, finito sotto inchiesta sempre per un esposto del Codacons. Lo stesso - e non è un dettaglio da poco - presentato anche a Milano ormai più di due anni fa.
Il 23 novembre, la seconda sezione penale del tribunale di Firenze ha depositato le motivazioni della sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste». Ed ecco cosa scrivono i giudici. Un punto richiama in pieno quanto scritto dai periti della Procura di Milano. E cioè che «l’inquinamento atmosferico dei grandi centri urbani viene determinato principalmente da due fattori: l’intensità delle emissioni inquinanti e la situazione meteorologica, cioè la presenza di condizioni climatiche tali da impedire il rimescolamento dell’atmosfera». Ovvero, principalmente vento e pioggia. E se mancano quelli, c’è poco da fare. O, per dirla con le parole del tribunale, «si dovrebbe convenire sull’ovvio presupposto dell’impossibilità di intervento dell’uomo sugli eventi meteorologici e del fatto che la possibilità tecnica di intervento con misure emergenziali dovrebbe considerarsi in pratica di difficile attuazione e di scarsi risultati pratici». E se «la possibilità di tali interventi è in astratto concepibile \ devono essere necessariamente di breve durata, per non sconvolgere gli assetti organizzativi ed economici» della città. Insomma, «un rimedio ben peggiore del male». Ma c’è anche il capitolo degli effetti nocivi dello smog sulla salute. Ebbene «l’emergenza sanitaria è inesistente». I tecnici ritengono che ci siano decessi causati dalle polveri sottili. Ecco la stroncatura del Tribunale.

«Per quanto autorevoli questi studi si possano ritenere, va detto che essi sono del tutto insufficienti sul piano giuridico per stabilire un nesso di causa», né «è stato portato il risultato neppure di una sola autopsia o di una sola perizia a provare sul piano medico-legale le irrefutabile correlazione fra il decesso e la causa addotta». E cioè lo smog. Con buona pace anche del Codacons.

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