Truffa sui malati: in manette Zuccotti, re delle ambulanze

Arrestato Massimo Zuccotti, presidente della Croce San Carlo: alla finta onlus indebiti rimborsi pubblici per 2,6 milioni Il gip: «Non era volontariato ma una struttura per ottenere fondi poi distratti, lasciando le briciole ai suoi dipendenti»

Truffa sui malati: 
in manette Zuccotti,  
re delle ambulanze

Alla faccia del no profit. Sulla carta, la regione sociale era questa: «Associazione che si costituisce per volontà di un gruppo di cittadini che desiderano essere d’aiuto a tutti coloro che sono bisognosi di soccorso e di assistenza». In realta, secondo la Procura, la Croce San Carlo - che in città fornisce un servizio di ambulanze e guardia medica, e lo fa da vent’anni - era tutt’altro che una onlus. Dietro lo schermo del volontariato, infatti, si sarebbe nascosta una vera e propria srl, un’impresa (e nemmeno tanto piccola) con decine di dipendenti in nero e un fatturato di tutto rispetto. Così, in cinque anni, avrebbe incassato fondi pubblici dalla Regione, dalla Provincia, dalla Asl, dall’ospedale Niguarda e dal Bolognini di Seriate (Bergamo). Sussidi, contributi a fondo perduto, rimborsi per prestazioni sanitarie a cui in realtà non avrebbe avuto diritto. In totale, più di 2 milioni e 600mila euro. Così, ieri, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno arrestato il presidente dell’associazione, Massimo Zuccotti, con l’accusa di truffa aggravata.
L’hanno preso, Zuccotti, perché avrebbe potuto intimidire i testimoni (uno di questi parla di «un lavoro certosino per farlo fuori»), inquinare le prove (alcuni documenti erano misteriosamente «spariti» già diversi mesi fa) e, soprattutto, scappare in Brasile, dove il numero uno della Croce San Carlo è solito svernare nella casa di Macejo. È un anno che per il presidente tira una brutta aria. Da quando alla Gdf arriva l’esposto di un ex «volontario» dell’associazione. L’uomo ne descrive la «gestione familistica» (Zuccotti al vertice, sotto di lui la moglie e la cognata, tutti inquadrati in modo stabile e con stipendio fisso) e racconta delle truffe agli enti pubblici, della mancata manutenzione dei mezzi, dell’assenza dei corsi di formazione (un secondo testimone mette a verbale che in molti non sarebbero stati in grado di svolgere interventi neppure basilari di soccorso), della falsificazione delle bolle relative al trasporto dei pazienti, e di un «sottobosco di rapporti lavorativi veri e propri» (25 «assunti», a fronte di un elenco di 100 volontari), di turni massacranti e salari (3 euro e 50 l’ora) rigorosamente sottobanco. E mica da ieri. Intercettazione del marzo scorso. «Massimo non è un santo - discutono due dipendenti della Csc - sono 20 anni che paga la gente in nero». C’è chi presta servizio anche 300 ore al mese. E il 10 di ogni mese, passa all’incasso. Spiega una ex dipendente agli inquirenti che «la signora Giovanna (la moglie di Zuccotti, ndr) aveva una busta piena di soldi con accanto un foglio riportante un elenco di tutti i presunti volontari, eventuali acconti, una colonna riportante le ore svolte, una colonna per la tariffa che variava da volontario a volontario». Pagamento a cottimo, e turni di lavoro da fabbrica cinese. «Ci sono persone dentro l’associazione - si legge ancora nei verbali - che lavorano anche tre o quattro giorni consecutivi, anche dormento all’interno della sede».
La moglie di Zuccotti (per la quale è stata respinta la richiesta d’arresto) si sarebbe inoltre occupata dei «chilometraggi». Le ambulanze - riferisono ancora i testimoni - effettuavano la consegna di plasma in due ospedali in un’unica uscita, ma venivano compilate due bolle distinte e chiesto il rimborso come viaggi autonomi. O, ancora, i pazienti in dialisi venivano trasportati sull’auto medica, salvo poi dichiarare che il servizio era stato effettuato con l’ambulanza, e ottenere il rimborso.

«Zuccotti - conclude il gip Giuseppe Vanore nell’ordinanza di custodia cautelare - è il regista occulto di una struttura apparentemente deputata al volontariato, ma in realtà preordinata a ottenere l’erogazione di fondi pubblici, distratti per finalità egoistiche e distribuiti, in briciole, a una pletora di pseudovolontari disposti a lavorare in condizioni di sfruttamento».

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