Dopo il tso, aggredisce compagna e figliastra

Ucraino dimesso dalla clinica, rientra a casa e si scaglia contro le due donne armato di coltello

Paola Fucilieri

Alla fine è stato arrestato per maltrattamenti, minacce e lesioni. Con buona pace della due donne di casa sua, la compagna e la figliastra. Che adesso, mentre lui è rinchiuso in galera, potranno starsene finalmente un po’ tranquille.
Valentin R., operaio 39enne di origine ucraina, infatti, era solito maltrattare e picchiare le poverette. E pazienza per la donna, pure lei ucraina, che a 35 anni è grande e vaccinata, ma per la ragazzina era un vero inferno.
«Ho un tumore - ha confessato la sedicenne ai carabinieri della stazione Milano-Barona -. La mia malattia, purtroppo, mi dà grossi problemi di peso: a causa delle cure a cui mi sottopongono, soffro di obesità. Il compagno di mia madre, ogniqualvolta si ubriacava e ci picchiava, non esitava a colpevolizzarmi dicendomi che mangio troppo e che non poteva mantenermi, quindi mi insultava. Naturalmente non è vero che mangio troppo. Ma in quel modo riusciva solo a farmi sentire colpevole e a farmi pesare ancor di più la mia situazione, di per sè già molto penosa».
Domenica notte, poco dopo l’una, una telefonata al 112 per una lite in famiglia fa accorrere una pattuglia della stazione Barona in via Watt. I militari si fermano davanti al portone di uno stabile dove c’è una ragazzina che piange disperata e che li prega di salire in un appartamento del primo piano. Lì ci sono la madre e un uomo, completamente ubriaco. «È il mio compagno - confida a bassa voce la straniera di origine ucraina ai carabinieri, ben attenta a non farsi sentire dall’uomo -. Si è molto agitato e ha urlato parecchio, ma adesso sembra tranquillo».
I militari non ci vedono troppo chiaro e preferiscono essere cauti. Così portano l’uomo al pronto soccorso del San Paolo. Dove, dopo averlo sedato, nel giro di qualche ora i medici lo rispediscono a casa.
Ma alle 6.30 dall’abitazione di via Watt arriva una nuova chiamata al 112. Stavolta, davanti al portone di casa non c’è solo la ragazzina, ma anche la sua mamma. Entrambe in lacrime. E i carabinieri fanno appena in tempo a bloccare e ad arrestare Valentin R.

che, uscito dal portone d’ingresso, si sta avventando contro le due donne con un coltello in mano. Una volta in caserma la sua compagna racconterà che lei e la figlia erano da tempo vittime delle angherie e delle percosse dell’uomo, troppo spesso ubriaco. E che non osano denunciarlo per paura di una sua ritorsione.

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