ªCe l'hanno tutti con Samuel Eto'o l'egoista. E quando ci si trova davanti a una moltitudine è difficile farcela, è colpa sua se Milito è invisibile, se Cordoba volta la schiena a De Rossi quando la mette per Vucinic, è colpa sua se Sneijder gira a vuoto, è sempre colpa sua se Chivu, un po' scomposto, si toglie il caschetto e ne dice quattro a Benitez. É colpa sua anche se Benitez non risponde alla Mourinho perché in fondo sono stati proprio l'allenatore e il camerunense a ribaltare il modulo del triplete decidendo che l'attaccante avrebbe avuto piccoli residui di compiti di copertura. Si potrebbero dare altre e ulteriori colpe a Eto'o: la pallonata che colpisce Zanetti e lo mette ko, il gol di Ibrahimovic al Genoa, la frana che ha seppellito decine di persone in Messico.
Ma Benitez con chi sta, con Chivu o con Eto'o?
Nessuno meglio di lui sa quali fossero i compiti all'Olimpico. Il tecnico ha girato attorno alla domanda che gli è stata rivolta in diverse versioni ma sempre con lo stesso fine: lei con chi sta?
Bisogna capirlo Benitez, come prende una iniziativa si sente puntare addosso i fucili. Ha detto che questi sono problemi che nascono in tutte le squadre, ma non ha detto chi secondo lui aveva ragione: «Alla fine della partita noi ne abbiamo parlato e abbiamo risolto la faccenda». Sì, ma Chivu che minaccia di andarsene è tutto regolare? E altri che parlano apertamente di partita persa per troppo egoismo da parte di qualcuno, è tutto regolare? Non sarà che lei è troppo buono mentre la squadra mostra evidenti segni di nervosismo?
«Nervosismo? Si deve sempre cercare qualcosa di negativo nelle partite - ha risposto Benitez -, una volta è un rigore, nell'altra è un giocatore. Noi siamo l'Inter, una squadra grande, una società grande e tutti ne parlano. Così quando si vince si cerca qualcosa e tanto più quando si perde.
Occhei, ma Eto'o lo lasciamo così, in mezzo a una strada?
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