Tutte le costruzioni mirabolanti di un Ingegnere della lingua italiana

Ecco le parole inventate dall'autore del "Pasticciaccio"

Tutte le costruzioni mirabolanti di un Ingegnere della lingua italiana

Al Liceo, un professore al quale non saremo mai abbastanza riconoscenti - Giancarlo Landini - faceva tenere in classe una copia del «Devoto-Oli», il glorioso vocabolario di italiano, in due tomi: A-L e M-Z. E all'inizio di ogni lezione uno di noi studenti, a rotazione, sceglieva un lemma di cui non conosceva il significato e ne leggeva la definizione - con tanto di etimologia e esempi d'uso - all'intera classe. Così imparammo «lorica», «scanno» - o «stallo», o «scranno» - «luculliano», «catabasi», «metonimia»... Alcuni di noi, poi, con esiti grotteschi, facevano a gara a inserire quelle parole nel tema in classe della settimana successiva. Voto, di solito, fra il 4 e il 5.

Ma così alla fine, 4 o 5 parole nuove le abbiamo imparate. E ogni parola imparata è un'arma in più per combattere la guerra della vita: contro i nemici, ma soprattutto gli amici. La potenza di una discussione o di una pagina è nulla senza il controllo delle parole. Solo per dire il fascino e l'utilità della lettura del vocabolario.

Poi ci sono vocabolari e vocabolari. Uno dei più belli, tanto super specialistico quanto originale, è il Gaddabolario (Carocci), curato da Paola Italia, che raccoglie 219 parole - il numero civico del palazzo di via Merulana - che incarnano la quintessenza della lingua di Carlo Emilio Gadda (1893-1973), la quale a sua volta è la quintessenza della letteratura novecentesca italiana: dialettismi, latinismi, forestierismi, tecnicismi, neologismi e invenzioni lessicali varie, da «Abracadabrante» (aggettivo più che magico) a «Zoluzzo» (un Èmile Zola in sedicesimo, e padano). Beh... Per chi non ha mai letto Gadda, o lo ha letto poco, il Gaddabolario è un interruttore per riattivare alcuni tra i più fulminanti cortocircuiti verbali della nostra letteratura. Per chi invece lo legge e lo ri-legge, è un abbuffata lessicale in cui più si mangia più si ha fame. Ecco alcuni lemmi, a caso: piroscafi bananiferi; cinobalanico - dove «cino» è cane e «balanico» è glande - oppure eupeptico nella variante peptonizzazione, per dire di qualcosa favorevole alla digestione, oppure - termine che arricchisce di molto il vocabolario - locupletare. E vorremmo che l'elenco non finisse mai...

Uscito alla fine dello scorso anno e arrivato oggi alla seconda ristampa, curato assieme a 61 collaboratori da Paola Italia (regina dell'opera gaddiana per Adelphi e prima degli adepti di Gadda), e finalista al premio Costa Smeralda 2023, il Gaddabolario è un monumento al potere espressivo della lingua in tutte le sue declinazioni, sfumature, torsioni, allusioni; una galoppata nelle sterminate aree semantiche dei più diversi campi del sapere; una discesa, «a cavaturacciolo», negli abissi lessicali di un sofisticato

Ingegnere della parola, da cui si riemerge - quando si riemerge - esausti e disorientati. Pronti poi a rituffarsi nel primo titolo a portata di mano - un saggio, un romanzo, una novella in fiamme - del Gaddus inimitabilis.

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