Tutti contro il ritorno di Sheva A sorpresa il Milan su Henry

Abramovich chiede 35 milioni, il Milan non va oltre i 10. Secco no dei compagni e di Ancelotti che non hanno gradito l’addio dello scorso anno Rossoneri in corsa per il francese dell’Arsenal

Tutti contro il ritorno di Sheva A sorpresa il Milan su Henry

Shevchenko si agita, Shevchenko mobilita tutti i suoi amici milanesi, Shevchenko telefona, Shevchenko gioca in pressing sul presidente Silvio Berlusconi che in tv giovedì sera rilancia l’affare («è come un figlio per me, torna all’80%, Eto’o non lo cedono») ma la conclusione del tormentone è una: il suo ritorno a Milano è altamente improbabile. I motivi sono almeno tre.
1) Costa troppo. Il Chelsea, in modo informale ma netto, ha fatto sapere che è disposto a restituire Shevchenko al Milan in cambio di una richiesta economica che parte da 35 milioni di euro e si arresta a quota 30 milioni. La risposta, ricevuta, in modo altrettanto informale, da via Turati è stata: scordatevi quei soldi. Shevchenko è disposto a ridursi lo stipendio sotto la soglia rossonera (5,5 milioni netti l’anno contro i 6 perecepiti ufficialmente a Londra) ma deve convincere Abramovich a ridurre le pretese e a prendere in esame l’ipotesi di un prestito annuale o biennale, con una spesa tra i 5 e 10 milioni di euro. Ad altre condizioni l’affare resta un pio desiderio.
2) Non è gradito allo spogliatoio. Non è un mistero che a Milanello abbiano espresso un secco no dinanzi all’eventuale ritorno di Sheva in rossonero. Perchè l’anno prima ha lasciato tutti in braghe di tela ed è andato incontro al contratto della vita, tenendo all’oscuro i compagni dell’intesa raggiunta con il presidente Berlusconi. Anzi giustificando la scelta con nobili intenti personali, «per far imparare l’inglese al figlio». Maldini, Gattuso e Seedorf, la notte di Atene, hanno parlato chiaro allo stesso presidente Berlusconi. Al Milan i senatori non comandano ma hanno voce in capitolo perchè quando c’è da vogare controcorrente sono loro a tirar fuori le migliori energie e questo clima va custodito, gelosamente. Sheva non è gradito neanche ad Ancelotti che non gli garantirebbe il posto da titolare, preferendogli Gilardino in coppia con Ronaldo. Specie dopo l’intervista della moglie Kristel al settimanale Chi nella quale suggerì persino lo schieramento tattico: «Vedrei bene Andriy in coppia con Ronaldo».
3) Ha già dato il meglio. Al Milan, Shevchenko, con la valanga di gol realizzati (173 centri in 7 stagioni), ha già dato il meglio. E i ritorni, dalle parti di Milanello, come dimostrano i precedenti da Gullit a Donadoni e Simone, non hanno funzionato granchè. A Londra ha patito anche dal punto di vista fisico: forse è colpa di una diversa preparazione o di un cedimento parziale del fisico, vero punto di forza dell’ucraino. È reduce, inoltre, da un piccolo intervento chirurgico. Anche la strategia mediatica ha provocato qualche malumore. Nessuno ha gradito, per esempio, la sua visita ad Arcore qualche settimana fa, le telefonate continue fatte all’ex premier, con la scusa «lei è come padre per me», per imprimere alla trattativa l’accelerazione desiderata, quelle rivolte a un paio di giornaliste milanesi molto amiche allo scopo di tenere in caldo la piazza e avere «una risposta definitiva», senza peraltro prendere una posizione pubblica trasparente. Anzi Sheva è diabolico nel giocare su due tavoli: a fari spenti lavora per tornare al Milan, nelle interviste ai giornali inglesi continua a sostenere «che il mio futuro è a Londra nel Chelsea».
Nel pianeta Milan i favorevoli al ritorno di Shevchenko sono molto rari. Anche il popolo dei tifosi, a larghissima maggioranza, ha espresso un voto contrario attraverso il sito e il canale tv milanchannel. I politici di fede rossonera non sono stati da meno. Sull’argomento è intervenuto Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia con una frase «spero nell’arrivo di Eto’o e/o Ronaldinho, facce nuove» che è tutto un programma e che serve a rileggere il mercato milanista nel quale si registrano un paio di cambiamenti in corsa. Fino a qualche giorno fa gli acquisti dovevano essere due, «un centravanti e un centrocampista» nelle dichiarazioni di Ancelotti e Galliani.

Adesso il numero è sceso a uno: l’attaccante. La sorpresa è la virata su Henry, promesso dall’Arsenal al Barcellona. L’alternativa Eto’o (dal carattere inaffidabile) o Drogba. Cancellato dall’agenda Edmilson «Per valorizzare Gourcuff» spiegano in via Turati.

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