Tutti pazzi per il décolleté della madrina

LIGABUE Il giurato veste da rocker in trasferta: smoking, scarponi militari e niente cravatta

Tutti pazzi per il décolleté della madrina

Venezia - Peccato per quei venti minuti di nulla, tra le 19 e le 19.20, con la Sala Grande già piena in ogni ordine di posti, trapunta di vip e artisti, mentre sullo schermo passavano le immagini ormai tristi della folla esterna in smobilitazione. Poi, però, con l’arrivo sul palco di Maria Grazia Cucinotta, in blu Cavalli e scollatura mozzafiato (impossibile distogliere lo sguardo), la cerimonia d’apertura della 66ª Mostra s’è rianimata.

Cerimonia breve, per fortuna, nonostante il discorso troppo lungo del presidente della Biennale, Baratta, per il quale Müller sarebbe «il nuovo Marco Polo». Cerimonia pure senza intoppi e papere, solo qualche disguido microfonico, la consueta retorica sul cinema dispensata dalla bella siciliana e un ispirato discorso finale del presidente di giuria Ang Lee. Alle 20 partiva Baarìa, nella sua versione in siciliano stretto. Due ore e mezza dopo tutti a pappare sulla spiaggia davanti all’Excelsior.

Chi s’aspettava la fischiata dei Centoautori all’indirizzo del ministro Bondi, mano nella mano insieme alla sua nuova compagna in strabiliante décolleté nero, è rimasto deluso. Dalla folla è partito solo uno sparuto grido: «Noi la crisi non la vogliamo». Poca roba.
L’attenzione ammirata dei curiosi era tutta per le celebrità a passeggio sul tappeto rosso. Il più gettonato, senza dubbio, il giurato rocker Luciano Ligabue, conciato, appunto, come un rocker in trasferta: pantaloni da smoking, scarponi militari, camicia nera di seta aperta sul petto, capelli sul viso. Simpatico e gioviale, ha firmato una pioggia di autografi, provocando senza volerlo qualche ritardo nel timing della passerella, con una o due false partenze.

Tutti presenti gli annunciati: Afef in viola a sfidare la legge dello spettacolo, Marina Lante della Rovere con ragno nero in testa indispettita («Non voglio aspettare, me ne vado») dalle attenzioni ragionevolmente riservate a Eva Mendes, i piccioncini Briatore e la Gregoraci, Simona Ventura in nude look, Barbara Palombelli senza Rutelli, Piersilvio Berlusconi con Silvia Toffanin in bianco, Gianni Letta dal passo veloce, Sgarbi con vistosa fanciulla, il solito principe Ruspoli con consorte, Antonella Boralevi.

Poi è toccato al nutrito cast di Baarìa, molto applaudito, specie Laura Chiatti al suo meglio; e solo alla fine, scendendo da tre Lancia d’epoca in linea con la vicenda del film, sono apparsi sul «red carpet» Ennio Morricone, i due giovani protagonisti Francesco Scianna e Margareth Madè, il regista Tornatore.

Di «gioia impertinente e imprevedibile» ha parlato la Cucinotta, emozionata pure nel ricordare per l’ennesima volta la storia del Postino.
Müller, sofferente per una costola rotta, ha sfoderato il suo bel cinese, strappando l’applauso.

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