Il Sanremigno è un essere mitologico rivestito di fiori e lustrini, il suo avvento dura un anno intero. Neanche il Natale è tanto atteso. Il grande evento nazional popolare unisce le famiglie, i colleghi e i menestrelli della comunicazione che, volente o nolente lo mitizzano perché, per una legge non scritta, non possono non parlare del Sanremigno. La sua potenza di collante nazional popolare raccoglie la popolazione intera in un unico grande evento per svuotare i cervelli e riempirli delle istanze dell’ultimo pensiero alla moda, quella dei buoni. Il Sanremigno, nella sua immensa arroganza, ha la presunzione di raccogliere attorno a sé le figure più rappresentative del suo pensiero perverso. Non risparmia nessun testimone e nessun testimone vuole essere risparmiato perché soldi e successo valgono bene il ripetere le parole che il Sanremigno vuole che siano dette.
Ma ci sono eroi che non ci stanno. Giovani piccoli grandi sportivi, erculei nello spirito, che lo combattono con l’unica arma capace di sconfiggere il Sanremigno: la potentissima spada infuocata dell’indifferenza. E’ bastata la scusa migliore che si possa addurre per abbattere il mostro famelico: devo lavorare, devo occuparmi di ciò in cui credo, non ho tempo da perdere. Il Sanremigno, di fronte a tanta libertà di pensiero finge comprensione, ma rosica come gli scienziati al cospetto delle vittorie di Djokovic.
Il piccolo grande eroe forse pecca di ingenuità. Sarebbe bastato così poco. Prestare una sola serata della sua vita per mostrarsi complice del divoratore di menti. Sarebbe bastato farsi baciare alla francese da un cantante esuberante. Sarebbe bastato dire che il patriarcato è il male assoluto e che il cambiamento climatico cambierà necessariamente la dieta mediterranea a favore della farina di insetti e della carne sintetica. E invece lui, nella sua immensa ingenuità, ha detto “no”, io devo lavorare. L’eroe deve preservare la sua passione, la sua famiglia naturale e la sua famiglia professionale. Il Sanremigno, di fronte a tanta determinazione, non ha potuto che prenderne atto e, nella sua immensa magnanimità l’ha pubblicamente perdonato, ma nel suo profondo lo odia come la gente normale detesta i 30 all’ora.
Chi è un vero eroe. Un esempio per tutti che nel proprio piccolo possono contribuire alla grande battaglia contro lo svuotatore di teste. Un libro, una cena con amici, una notte di travolgente passione sotto le coperte. Fantasia al potere.
Ognuno può decidere come scendere in guerra e dire di “no”, ho meglio da fare, devo pensare a nutrire la mia mente, non sono disposto a farmi risucchiare le ultime sinapsi che mi sono rimaste. Nel proprio contesto siamo tutti irreprensibili eroi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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