Sulla salma casula rossa e pallio poi l’anello argentino e il rosario

Il suo stile, sobrio e umile, ritorna anche nelle scelte per l’ultimo viaggio. Il vestito è quello del Venerdì Santo. I richiami a Maria, anche nell’indicazione della sepoltura

Sulla salma casula rossa e pallio poi l’anello argentino e il rosario
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Il potere temporale è finito con la morte. E allora l'Anello Piscatorio è stato rotto, anzi spezzato dal Camerlengo con un rituale pensato per evitare che qualcuno si appropri di quel simbolo così potente. L'uomo è fatto di carne e spirito: qualcosa se ne va, ma il mistero di Cristo diventa presente. Il corpo del Papa non verrà imbalsamato, ma solo trattato per ritardare la decomposizione; Francesco però indossa i paramenti sacri. E così va incontro al mistero della morte. Anzitutto, la casula, rossa come il sangue di Cristo. C'è poi il pallio, ovvero la stola bianca che il sacerdote mette sulle spalle quando deve benedire l'ostensorio con il Santissimo, ovvero l'Ostia consacrata. La casula rossa invece è il vestito che il prete, fra le altre ricorrenze, mette il Venerdì Santo e la Pentecoste, ma Francesco si presenta così per l'escursione più lunga. Quella fino alla fine dei tempi. Sulla testa ha la mitria bianca e anche qui la liturgia delle esequie è mutata: prima c'era la tiara, il copricapo in metalli preziosi composto da tre corone. La tiara ricordava a tutti il triplice potere dei pontefici: «Padre dei principi e dei re, Rettore del mondo, Vicario di Cristo in terra». Ma Paolo VI la abolì e Francesco ha tenuto questo registro.

Il corpo non è più adagiato sul catafalco e le tre bare del passato hanno lasciato il posto a una bara semplice di legno e zinco, senza decorazioni.

Siamo nella cappella di Santa Marta, la casa del pontefice in questi anni; oggi le spoglie di Francesco verranno spostate in Vaticano per il funerale che si terrà sabato. All'anulare della mano destra si nota l'anello d'argento che aveva sempre dai tempi di Buenos Aires, fra le dita è intrecciato un rosario, segno della sua grande devozione mariana. E proprio la fedeltà a Maria ci porta a un'altra scelta di Bergoglio: quella di essere sepolto a Santa Maria Maggiore e non a San Pietro. È sempre stato un desiderio del Papa quello di essere vicino all'icona Maria Salus Populi Romani e così sarà. Quell'icona sarebbe stata dipinta dall'evangelista Luca studiando Maria dal vivo, insomma, ha un valore straordinario. Ancora di più per Bergoglio, che ha sempre dimostrato un attaccamento, se così si può dire, speciale per quella composizione.

Tanto che andò a venerarla il 14 marzo 2013, poche ore dopo la sua elezione, scegliendola come meta per la sua prima uscita dal Vaticano. E da allora innumerevoli sono state le visite di Bergoglio.

Semplicità, insomma, anzi sobrietà, nel solco di una fede che viene dal popolo.

E poi ecco quella pastorale della Chiesa in uscita, in periferia, lontano dagli sfarzi che Francesco in qualche modo ha applicato anche a se stesso: via dagli appartamenti papali, ha vissuto a Santa Marta, ora riposerà fuori dal Vaticano.

È il suo stile che ritorna anche nel corpo a corpo con l'eternità. Ma anche i segni della storia restano almeno in parte, a testimonianza di quel che è stato. Corpo e anima, l'umano e il divino che si toccano e si danno la mano. Ecco che nella bara entra il tubo con il rogito che poi è un breve riassunto del pontificato di Francesco.

«Non sono un principe rinascimentale», aveva detto, a quanto sembra, saltando un concerto per questioni da lui ritenute più urgenti. Il Papa degli ultimi si è dedicato alle persone più fragili fino agli ultimi giorni e ha tenuto un filo diretto con i carcerati fino alla fine. Senza più forze, esausto ma non vinto, ha speso il giovedì santo, che poi era giovedì scorso, per andare a Regina Coeli. E all'uscita ha pronunciato parole memorabili: «Ogni volta che entro in questi luoghi mi chiedo: perché loro e non io?».

Poi, in un presagio di morte, aveva aggiunto: «Vivrò la Pasqua come posso».

Ora lo attende l'ultimo bagno di folla: oggi San Pietro sarà aperta ai fedeli fine a mezzanotte e domani ancora dalle sette fino alle 24.

Ci saranno i potenti che pure Francesco

ha visto fino alla fine, come il vicepresidente americano J.D. Vance, ma Francesco, il primo papa a prendere il nome del poverello di Assisi, sarà davanti al mondo il protettore degli esclusi. Anche nel giorno dell'addio.

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