Salvatore Trapani
da Cannes
Cinque storie indipendenti di cinque grandi registi in un film di corti fuori concorso a Cannes. Della fantasia dellinfanzia parla il primo dei film, The Water Diary («Il diario dellacqua») di Jane Campion. Due bambine imitano il galoppo dei cavalli sulle radure, saltano le nuvole che si specchiano sulle distese di grano e chiedono loro, ora così vicine, di versare la pioggia al suono incerto del violino di unamica.
A riportare alla realtà è il quasi documentario Sida («Aids»), di Gaspar Noe. In un ospedale del Burkina Faso un malato racconta la sua storia e le speranze interiorizzate col Vangelo. E spiega: «Dio è buono e sa che un uomo è un uomo e il miracolo per me è nellavermi aiutato a capire ciò prima di morire». Il film colpisce lOccidente, per empatia al dramma di un intero continente, lAfrica, ma serve anche agli irresponsabili, perché didascalico dilania la coscienza sulla devastazione del corpo con il virus.
E ancora di corpo si torna a parlarne con un occhio prettamente estetico in Un lever de ridau («Alzare le tende») di François Ozon. Dopo lennesimo ritardo della fidanzata a un appuntamento, uno studente (Louis Garrel) si sfoga con un amico e apre un lungo dialogo sul senso dellamore. Chi ama non lascia attendere, sostiene il giovane. Ma il più maturo collega ribatte, che la tolleranza è tutto in un rapporto. Accettare lamato è prova di grandezza. Ma il giovane, colto da un raptus di autoesaltazione per la propria bellezza statuaria, non viene meno allultimatum datole e si spinge allumiliazione. Si veste elegante, aspetta che lei arrivi e la rifiuta con unindecisione sensuale, che stimola eroticamente entrambi. Fanno lamore, si crogiolano nel dopo, e in questo momento arrivano le parole irremovibili: lui coerente la caccia via.
Insolito è il film di Monte Hellman, Trapped Ashes, un opera a se stante ma al tempo stesso la parte finale di una trilogia horror: Stanleys Girlfriend. Negli anni Cinquanta, due giovani cineasti si conoscono e diventano inseparabili. Parlano di tutto, mentre giocano a scacchi. Ma Stanley (Tygh Runyan) a sorpresa gli presenta la sua ragazza, un vampiro inquietante e traditore che attrae a sé anche il giovane. A turno Stanley e la vampira, scompaiono lasciando il giovane in un mare di perché lungo mezzo secolo. Chiude Les Signes («I segnali») di Eugèn Green.
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