Umbria jazz winter, a Orvieto l’anno finisce in musica

Da oggi al 1° gennaio tanti concerti e sfilate in musica

Capodanno sotto le stelle (del jazz). Torna Umbria Jazz Winter, giunto alla quindicesima edizione. Tra oggi e il 1° gennaio, ad appena un’ora di macchina da Roma, decine di concerti a ogni ora del giorno e della notte. Sarà Orvieto, infatti, a ospitare come di consueto la versione invernale della manifestazione che ha dato lustro a Perugia. Il centro storico si trasformerà in una cittadella della musica, vivace e vivibile. Il cast, selezionato dal direttore artistico Carlo Pagnotta, sarà un equilibrato mix tra jazz d’autore e generi più popolari. Saranno in scena le voci di Mario Biondi, Andrea Mingardi e Gino Paoli, il grande talento di Enrico Rava, Gianni Basso, Renato Sellani, Stefano Bollani, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Gianluca Petrella, Javier Girotto, l’High Five Quintet di Fabrizio Bosso. Le strade saranno animate dalle travolgenti sfilate in musica dei Funk Off. «Abbiamo tre generazione di jazzisti - dice Renzo Arbore, presidente di Umbria Jazz - a rappresentare l’ottima salute del movimento italiano, sempre più apprezzato anche all’estero. Recentemente sono stato a Rio de Janeiro, in Brasile, e l’evento musicale della serata era il concerto di Stefano Bollani. D’altronde siamo il secondo paese al mondo per produzione di musicisti jazz. Evidentemente abbiamo questa musica nel Dna». Tra tanti big, anche un nuovo e giovane talento. «Farà parte del cast anche Alessandro Lanzoni - spiega Carlo Pagnotta - che ha appena 15 anni ed è stato scoperto al premio Massimo Urbani. Le sue note sono arrivate anche a Lee Konitz, leggenda vivente del sax, che ha detto di non aver mai sentito un quindicenne suonare cose simili». Pagnotta si è soffermato anche sulla difficoltà di portare a Orvieto i grandi jazzisti americani: «Non riceviamo finanziamenti pubblici, a differenza del Festival dei Due Mondi, quindi dobbiamo organizzarci con le risorse del comune e con gli sponsor». Tra gli altri, ci saranno comunque Joe Lovano, in un’anomala formazione con due batteristi, Lonnie Smith, Bobby Jones e la cantante Keisha Jackson.

E se Arbore si dice compiaciuto per le scelte artistiche di Pagnotta, quest’ultimo invita tutti a visitare Orvieto nei giorni del festival. «Più le città d’arte sono piccole - la sua opinione - più si crea un’atmosfera unica e coinvolgente».

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