Unicredit lancia Opa su polacca Bph

Profumo: «Il no di Varsavia alla fusione è motivato da ragioni politiche»

da Milano

Unicredit compie un altro passo in direzione della progettata fusione in Polonia tra Pekao e Bph, ostacolata dal governo polacco e finita sotto la lente della Commissione Ue, che entro lunedì prossimo dovrebbe ricevere da Varsavia le motivazioni alla base dell’opposizione al merger. L’istituto guidato da Alessandro Profumo ha infatti annunciato ieri il lancio di un’Opa obbligatoria sul 28,97% del capitale di Bhp, ovvero della quota non ancora nelle mani della controllata Bank Austria. Stabilito in 702,11 zloty per azione il prezzo in contanti, l’operazione potrebbe richiedere all’istituto di Piazza Cordusio uno sforzo finanziario massimo di 1,5 miliardi di euro. Una prospettiva che la Borsa ha mostrato di gradire poco facendo scendere dell’1,57% il titolo.
Il governo polacco si oppone da tempo al matrimonio tra le due banche, dal quale nascerebbe il primo istituto del Paese in grado di togliere la leadership alla statale Bank Polski, lamentando il mancato rispetto di un agreement - datato 1999 - con cui Unicredit si impegnava a non portare a termine ulteriori acquisizioni in Polonia. Profumo, che ieri ha completato la due giorni di Monaco di Baviera con i 350 manager del nuovo gruppo nato dall’intesa con la tedesca Hvb, è però di altro avviso: «I politici stanno usando questo deal - ha detto - per ragioni politiche affermando che abbiamo violato gli accordi intercorsi al momento della privatizzazione di Bank Pekao, mentre secondo noi non li stiamo violando». Secondo l’ad dell’istituto milanese, ci sono tre fasi del processo di aggregazione che vanno tenute ben separate: « Il primo elemento - ha spiegato - è che entrambe sono state grandi privatizzazioni bancarie in Polonia ed è quindi del tutto comprensibile che le autorità di supervisione vogliano analizzare con molta attenzione questo processo». In secondo luogo, «c’è l’opinione molto chiara che abbiamo ricevuto, in termini di antitrust, dalla Commissione europea», che ha dato via libera alla fusione senza obiezioni di sorta e che ha competenza esclusiva per le questioni di concorrenza in Europa: Quindi, da questo punto di vista «non ci sono problemi». In terzo luogo, poi, la necessità di separare i fatti dalla politica. Una possibile soluzione potrebbe uscire dall'incontro che Unicredit «ha chiesto al governo polacco», di cui non si sa ancora la data, ma «la cosa più importante - conclude - è tenere ben separati i tre aspetti della questione. Noi siamo fiduciosi che tutto si concluderà bene».
Profumo ha quindi precisato che, dopo l’offerta per Berliner Bank, Unicredit vuole ancora crescere in Europa se si presenteranno occasioni e se saranno «adatte», mentre in luglio sarà presentato un piano operativo più dettagliato sulla fusione con Hvb.

Per il 99,75% della croata Splitska Banka, in vendita dopo l’aut aut imposto dalla banca centrale croata in seguito alle acquisizioni di Hvb e Bank Austria, Unicredit ha ricevuto ieri un’offerta non vincolante dall’ungherese Opt.

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