da Milano
Unicredit per la prima volta si è aggiudicata il titolo di banca dellanno messo in palio dal mensile inglese «The Banker», la più antica pubblicazione internazionale di settore, edita dal Financial Times. «Premiata» la fusione con il gruppo tedesco Hvb, che creerà un gigante con più di 28 milioni di clienti, 7mila filiali distribuite in 19 Paesi e un totale attivo di 733 miliardi. Ma sulla via della maxifusione la tappa polacca potrebbe rivelarsi più lunga del previsto. La locale autorità di vigilanza, la Kpwig, non ha ancora dato il nullaosta allOpa su Bph (terzo gruppo bancario del Paese, controllata da Bank Austria) e da Varsavia dicono che difficilmente la situazione si sbloccherà nel giro di pochi giorni. Quando Alessandro Profumo, a Varsavia, partecipò a una riunione della Commissione, il portavoce dellauthority giustificò il mancato nulla osta allOpa con lassenza «di alcuni documenti». Per poi citare gli «interessi delleconomia polacca». Concetto che si declina su due punti: esuberi da attendersi con la probabile aggregazione con Pekao (prima banca privata della Polonia, controllata da Unicredit), e a chi farà capo la nuova realtà bancaria polacca. La stampa polacca in questi giorni parla di «condizioni» poste per dare il via libera. Lepicentro dell'interesse «nazionale» è senza dubbio il timore di tagli di posti di lavoro che seguiranno alla fusione: le stime parlano di 2.500 posti in meno su 26mila dipendenti. Non piace in Polonia la prospettiva di dipendere da Vienna, con lattuale ceo di Bank of Austria-Credinstalt, Erich Hampel, come nuovo regista.
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