Uomini che uccidono le donne: accoltella la sua ex in negozio

VeneziaLa separazione, lei che si mette con un altro, l’ex che perde la testa, il caldo opprimente di questo luglio torrido. Sono ingredienti di un mix pernicioso e contagioso che sembra diffondersi come un’epidemia. Ieri il morbo ha colpito Andrea Donaglio, 47 anni, un insegnante di chimica di Spinea, paesone del Veneziano. Aveva trascorso la pausa pranzo assieme alla sua ex compagna, Roberta Vanin, 43 anni, anch’essa di Spinea. Dopo l’ennesima discussione, simile a quelle che si concludevano con reciproci accuse, stavolta il morbo della passione degenerata in follia si è impadronito della mente dell’uomo. Che ha preso un coltellaccio da cucina e ha infierito sull’amore della sua vita, colpendola più volte al collo, all’addome, dove capitava, fino a lasciarla senza vita in un lago di sangue.
«O con me o con nessun altro», forse Donaglio ha letto gli articoli di giornale che raccontavano del biglietto lasciato una settimana fa da Riccardo Regazzetti, l’autotrasportatore di 28 anni di Cremona prima di uccidere la fidanzata Debora Palazzo, di 19 anni. Anche l’insegnante di chimica, infatti, dopo aver massacrato l’ex fidanzata, ha provato a farla finita. «L’ho ammazzata, l’ho ammazzata», ha gridato a un conoscente. Poi è rientrato nell’erboristeria che gestiva insieme alla donna e si è conficcato la stessa lama sul petto. Ora è in fin di vita all’ospedale di Mirano.
Storia già vista. Troppe volte in questi ultimi giorni, in varie parti d’Italia. I due avevano vissuto insieme fino a pochi mesi fa, poi la decisione di tornare ognuno per conto proprio. Restava però in comune una cosa, quel negozio di prodotti biologici, Bio Vita, in pieno centro a Spinea. Era una passione per entrambi e se non condividevano più il tetto di notte, di giorno passavano ancora diverse ore insieme per portare avanti un’attività ben avviata.
Non che fosse un’impresa facile dividere l’affetto dagli affari. I litigi, racconta chi li conosceva, erano agli ordini del giorno. A far precipitare la situazione potrebbe essere stata la nuova fiamma della donna. L’insegnante, invece, era rimasto single e più volte avrebbe tentato di convincere la ex compagna a tornare a vivere insieme. Senza successo.
Le cose sono precipitate ieri, nell’ora più calda di una giornata rovente e umida. Donaglio ha alzato la voce, solita discussione. Poi, come detto, il raptus. Il coltello, la rabbia, il sangue, tutto finito in pochi secondi. O con me, o con nessun altro. Poi, quando è tornata per un attimo la ragione, ecco la disperazione. «L’ho uccisa, l’ho uccisa». E la scelta di farla finita.
Il padre dell’omicida, non vedendo tornare il figlio a casa per ora di pranzo, è andato al negozio. Ha aperto con un mazzo di chiavi di riserva e ha scoperto la mattanza, con i due corpi stesi davanti al bancone in un lago di sangue. Nella disperazione, l’uomo ha chiamato il 118. I medici hanno constatato la morte della donna, mentre il cuore dell’insegnante batteva ancora. Appena arrivato all’ospedale, Donaglio è stato sottoposto a intervento chirurgico. Le sue condizioni sono molto gravi.
I carabinieri di Mestre stanno cercando di ricostruire gli ultimi giorni dei due ex fidanzati. Le persone sentite hanno confermato le liti quasi quotidiane, ma non risulta che la donna avesse presentato denunce.

La Vanin aveva trovato un nuovo amore e pensava così di poter ricostruirsi una normale vita sentimentale. Non immaginava certo che il suo ex, come tanti, troppi in questa estate di passioni malate, arrivasse al punto di scrivere la parola fine con il sangue.

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