Usa, la crisi morde anche l'industria del cinema Ora i Simpson rischiano di chiudere i battenti

Dopo venti stagioni di successi, la fortunata sit com disegnata da Matt Groening rischia di chiudere. Gli attori che danno le voci ai principali personaggi del cartone guadagnano circa 8 milioni di dollari all'anno per poco più di cinque mesi di lavoro. La Fox chiede la riduzione del 45% degli stipendi. Ma è scontro

Usa, la crisi morde anche l'industria del cinema 
Ora i Simpson rischiano di chiudere i battenti

Doh! Eh sì, adesso rischiano di chiudere baracca e burattini. Ore contate per i Simpson, il cartone più irriverente e più amato della storia televisiva americana. Dopo venti stagioni partorite dalla matita di Matt Groening, la 20th Century Fox Television ha minacciato la chiusura a causa della crisi economica che sta colpendo anche l'industria dell'entertainment. Viene da rispondergli: ma ciucciatevi il calzino! Alla crisi bisogna rispondere con un sorriso. Ma il fatto è che a mettersi sul piede di guerra sono stati proprio gli attori che da sempre danno voce agli abitanti di Springfield. Da loro è arrivato un secco "no" alla Fox: non si riducono gli stipendi e mettono a rischio il futuro della sit com.

Sembra di avere a che far con quell'avaro di Montgomery Burns (per gli amici, se mai ne ha avuto uno, Monty). Il titolare della centrale nucleare che illumina Sprinfield è famoso per la sua avarizia. Eppure è proprio una questione di soldi che mina il futuro del cartone. Non la mancanza di idee, non il calo dei consensi - che da sempre toccano percentuali bulgare per una trasmissione che fa ribaltare i giovani e conquista pure i genitori. Perché i Simpson sono qualcosa di più che una trasmissione. Non è soltanto la parodia della famiglia statunitense, è uno sguardo sagace, ironico e profondo su questa nostra società. La famiglia imperfetta che, nel corso degli anni, riesce a mantenersi unita nonostante gli imprevisti e le avversità. Tanto che il matrimonio diventa un compito e smette di essere un'istituzione. E sono la goffaggine e la semplicità di Homer a farlo sembrare tanto umano, nonostante il giallo della pelle e le quattro dita della mano. Guardare i Simpson è come guardare un reality in cui i protagonisti non sanno di essere ripresi; quindi non si atteggiato, non gareggiano per vincere il primo pieno. Homer, Marge, Bart, Lisa e Meggy sono così veri da riuscire anche a commuovere.

Adesso tutto questo potrebbe anche finire. Purtroppo. Anzi, fa addirittura "girare le scatole" sapere che i Simpson rischiano di abbassare la saracinesca per motivi di soldi. Dan Castellaneta (che impersona Homer e Krusty il Clown), Julie Kavner (Marge), Nancy Cartwright (Bart), Yeardley Smith (Lisa), Hank Azaria (il barista Boe) e Harry Shearer (Mr. Burns e Ned Flanders) guadagnato circa 8 milioni di dollari all'anno per poco più di cinque mesi di lavoro. Ma la crisi si è fatta sentire pure a Hollywood, così per la prossima stagione la Fox ha proposto agli attori un taglio del 45 per cento degli stipendi. Questi hanno rilanciato proponendo una riduzione massima del 30 per cento. L'accordo, per il momento, non è stato trovato. Anzi. Gli attori vorrebbero, infatti, mettere le mani sui fantasmagorici ricavi generati dal merchandising che, da sempre, sono ad appannaggio della Fox.

Qualora non fossero prodotti nuovi episodi, la tv americana può continuare a trasmettere le oltre 500 puntate della serie precedenti. Insomma, o gli attori accettano le condizioni della Fox oppure, dopo venti stagioni di successi, il cartone sarà costretto a chiudere. Con sommo dispiacere di milioni di spettatori sparsi in tutto il mondo. 

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