Avrebbe dovuto essere il coronamento di un progetto. La costruzione dell'anello mancante, un hospice per i malati terminali. Ma alla gara d'appalto indetta dall'ospedale San Paolo non si è presentato nessuno. Gara d'appalto deserta nonostante un importo complessivo (Iva esclusa ) del valore di oltre 6 milioni di euro per otto anni di convenzione con la struttura ospedaliera di via Rudinì. Alla procedura erano ammesse a partecipare onlus, cooperative, associazioni temporanee di impresa già inserite nel sociale. In particolare l'ospedale San Paolo voleva individuare una struttura specificatamente dedicata ai malati terminali che avesse carattere ospedaliero o casa di cura o struttura residenziale sanitaria. Ad oggi infatti il reparto oncologico di via Rudinì, dipone soltanto di due posti letto per accogliere e aassistere i malati terminali. Troppo pochi per un reparto all'avanguardia e al quale accedono ogni anno centinaia di pazienti. Tanto che ad oggi il San Paolo è costretto a dirottare i propri malati verso strutture esterne. Ma come mai neppure di fronte ad un appalto di oltre 6 milioni di euro nessuno si è fatto avanti? «Possiamo fare solo supposizioni - spiega il professor Paolo Foa, direttore del dipartimento di oncologia del San Paolo -. Probabilmente i potenziali candidati disposti ad investire in una struttura del genere hanno fatto marcia indietro per via dei costi». Curare i malati terminali dal punto di vista remunerativo rende poco. «Non mi sono stupito che il bando sia andato deserto - continua il professor Foa -. I pretendenti avrebbero infatti dovuto mettere in conto un investimento iniziale non marginale». Il San Paolo non si è dato per vinto. «Aumenteremo a 10 i posti all'interno del reparto cure palliative - precisa il direttore dell'oncologia -. Per l'ospedale si tratterà di un grosso investimento per i necessari adeguamenti strutturali, ma avremo il vantaggio di mantenere i pazienti e i loro familiari all'interno del circuito ospedaliero dove sono stati curati». A Milano sono una decina gli hospice dedicati ai malati terminali per un totale di 120 posti letto. L'associazione più importante è la Vidas che ogni anno segue 1.700 pazienti, 1.150 a domicilio e altri 500 in hospice, appunto. «Prendersi cura dei malati terminali costa moltissimo - spiega Alberto Grossi, referente dell'Accoglienza in Vidas -La regione rimborsa 250 euro per ogni paziente ricoverato in hospice, 80 euro per quelli seguiti a domicilio.
La Vidas sopravvive grazie alle donazioni dei privati e alle decine di persone che prestano la loro opera da volontari». A Milano il 95 per cento dei malati terminali sceglie di seguire le cure palliative a casa propria con l'aiuto di un'assistenza domiciliare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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