Il timore è che quella di Roma sia stata soltanto una prova generale. E che il peggio debba ancora venire, domenica in Val di Susa. A farlo intuire sono le parole agghiaccianti e i toni minacciosi del gran capo della rivolta No-Tav, Alberto Perino, 66 anni, il bancario in pensione che aizza animi che già sono sufficientemente surriscaldati: «Prenderemo il cantiere con tutte le armi che abbiamo a disposizione. Siamo convinti che succederà qualcosa di brutto se i poliziotti proveranno a fermarci. Spaccare quelle reti è un diritto. Perché la Tav non si farà mai, noi romperemo i coglioni sempre».
Le reti in questione sono quelli che cingono il cantiere di Chiomonte, il passaggio nevralgico dell'Alta Velocità, che l'Europa aspetta, ma che l'Italia, impotente, tenuta in scacco dalle pietre e dalle molotov degli antagonisti, (che nel cantiere della Maddalena hanno già fatto 321 feriti tra i poliziotti) è costretta a difendere come una sorta di Fortezza Bastiani nel deserto di un'ostilità diffusa.
Chiamati a raccolta, con queste delicate frasi, potete quindi giurarci che domenica a Chiomonte saranno tutti lì, pronti a sfasciare. La manifestazione avrà inizio alle 10.30 dopodiché tutto potrà accadere. È stato infatti accertato che, tra i «falsi» indignati che hanno messo a ferro e fuoco Roma, c'erano molti esponenti dell'area anarco-insurrezionalista, anche del Piemonte. E se si aggiunge che, secondo la nostra intelligence, a Chiomonte domenica si presenteranno anche due ben noti leader d'area anarchica, Massimo Passamani del gruppo di Rovereto e Luca Abba del gruppo del Cels, il livello di tensione e di contrapposizione rischia davvero di alzarsi pericolosamente.
In compenso, se mai avessero bisogno di incoraggiamento e, soprattutto, di altre istruzioni comportamentali, ai vari black bloc, antagonisti, anarchici e violenti di ogni genere, ancora una volta basterà un clic per tentare di farla franca. Un clic per entrare in rete e leggersi, per esempio, da cima a fondo un blog con tutti i consigli per l'antagonista modello. Il post (anonimo) s'intitola: «Per tutti quelli a Roma il 15 ottobre», ed è stato pubblicato l'altra notte su Indymedia, il network indipendente che spesso ospita interventi vicini ai centri sociali e agli anarchici.
Vediamo alcuni dei suggerimenti più significativi che vengono dispensati ai protagonisti del sacco di Roma: «Se pensi di essere identificabile dalle foto o dai video pubblicati non andare nel panico. Le foto e i video pubblicati - si legge - non sono necessariamente una prova. Solo perché la polizia ha una foto sfocata o un video dall'alto in cui potresti essere ritratto non vuol dire che sappiano chi sei. Non cedere alla pressione psicologica. Non sanno chi sei e non è detto che abbiano delle prove contro di te. Non pensare che visto che ti riconosci in un video o in una foto un giudice possa fare altrettanto. Non pubblicare video, foto, commenti sui social network o su siti di condivisione. La polizia li monitora». E ancora, della serie: siamo tutti ragazzi per bene: «.. Liberati dei tuoi vestiti. Non c'è nessuna possibilità di dire “questo non sono io” se ti trovano a casa i vestiti ritratti nei video e nelle foto. Liberati di tutti i vestiti che indossavi alla manifestazione, incluse le scarpe, il casco, lo zaino, e gli accessori più evidenti, compresi piercing e altro». E in vista dei prossimi appuntamenti di ordinaria guerriglia che fare? «Tieni per un po' un basso profilo. Alla prossima manifestazione - spiega il messaggio - la polizia terrà d'occhio le facce che hanno messo nella loro lista nera. Cerca, se sei molto a rischio, di cambiare look. Tagliati i capelli, colorateli, fatti crescere la barba. Tieni la tua casa pulita. Liberati delle bombolette spray, di ogni oggetto relativo alla manifestazione, testi radicali, foto. Cancella dal cellulare messaggi e foto particolari. Non rendergli la vita più facile facendogli trovare in casa droga o altre cose illegali. Stai attento con chi parli.
Se ti arrestano usa il tuo diritto di rimanere in silenzio fino a che non sarà presente il tuo avvocato. Non dire niente alla polizia anche se loro ti dicono che è nel tuo interesse. Non ci si deve mai fidare dei poliziotti». Già, meglio aggredirli, i poliziotti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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