"E poi ci troveremo come le star a bere del whisky al Roxy Bar oppure non ci incontreremo ognuno a rincorrere i suoi guai , ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dentro ai cazzi suoi". Chi lo ha visto sul palco di San Siro poche settimane fa racconta di un Vasco Rossi spento, che fatica a star dietro alla musica. Poi ci sono stati il ricovero alla clinica "Villalba" di Bologna e i timori dei fan. E, oggi, una dichiarazione feroce su Facebook. Un'ammissione che suona malinconica come una confidenza a chi, da sempre, ha gioito e sofferto con lui: "Assumo (da tempo) un cocktail di antidepressivi, psicofarmaci, ansiolitici, vitamine e altro, studiato da una equipe di medici, che mi mantiene in questo equilibrio accettabile".
"Quello che si prova non si può spiegare qui, hai una sorpresa che neanche te lo immagini". Quando nel 1996 usciva Gli Angeli, Vasco cantava tutto il dolore che aveva provato (e a ncora provava) per Maurizio Lolli, suo grande amico ucciso da un tumore ai polmoni. E' quello stesso dolore che troppo spesso attraverso le note e i testi della rockstar di Zocca a dispetto del suo manifesto futurista (o futuristico?) di una vita spericolata e maleducata. Così, a qualche giorno dall’uscita dalla clinica "Villalba" a Bologna dove era stato ricoverato per una frattura a una costola, il Blasco torna a mettersi a nudo svelando, con una umana tristezza, le difficoltà di andare avanti. In una nota intitolata Approfitto della vostra pazienza..., Vasco ringrazia tutti i dottori che lo stanno seguendo e parla direttamente ai suoi fan: "Se sono vivo lo devo a loro e a tutta questa valanga di chimica che assumo".
"Non avrei superato tutte le consapevolezze, le sofferenze e la profonda depressione nella quale ero sprofondato nel 2001 - ammette - ho passato un lungo periodo di tempo in cui ogni cosa mi sembrava lì per ricordarmi come la vedevo diversa, prima - confessa il cantante - come mi risultava fastidiosa adesso mentre la trovavo normale e soddisfacente. E quella continua sensazione di groppo in gola, di sconsolata tristezza. Un velo opaco, grigio su ogni cosa. Essere di cattivo umore sempre dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina. Ogni giorno, ogni momento. Sempre. Non avrei nemmeno salutato". Poi la firma. O meglio, le iniziali. V.R.
Nient'altro.
Il messaggio è stato immediatamente sommerso da migliaia di commenti da parte fan. Sembra una resa, una profonda richiesta di aiuto. E', forse, questo l'epilogo di una vita spericolata? Troppo semplice bollarla così. Perché nemmeno Vasco sembra volerlo dal momento che, dopo aver scatenato un pandemonio con questa confessione choc, subito si affretta a correggere il tiro incolpando i giornalisti di averlo frainteso: "La stampa è veloce nell’informare ma dannatamente ritardata nel comprendere. Non sono depresso... come non mi sono dimesso!". E spiega: "Guardavo il mondo da un oblò, quello della lavatrice con il quale lavavo i miei panni sporchi - ha scritto Vasco - All’oscuro da tutti, o quasi. Con Facebook, questa pazza piazza, ho provato il gusto di mettere i panni fuori. Questo non per dare aria alla bocca delle comari del paesino, i cosiddetti 'organi' di stampa, ma per godere della condivisione dell’esperienza e delle sensazioni. Non ho paura di parlare delle mie debolezze, visto che, paradossalmente, sono la mia forza".
Tutto chiaro? Mica tanto. Ad ogni modo il Blasco non andrà in pensione, continuerà a scrivere e a cantare - è quello che gli riesce meglio.
Di sensazioni, emozioni, ne ha regalate a intere generazioni: ha scritto la cononna sonora di migliaia di storie d'amore, ha segnato l'adolescenza di tantissimi giovani e ha fatto discutere. Proprio per questo, non può passare inosservato il suo "cocktail di antidepressivi e psicofarmaci" che lo aiuta a stare in piedi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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