«Una vendetta elettorale Così ci mandano in rovina»

da Milano

Megafono alla mano, guidò i cortei di taxi contro il sindaco Albertini, desideroso di aumentare le licenze di taxi a Milano. E ora Alfonso Faccioli, tassista con laurea in psicologia, fondatore del sindacato Cat (Coordinamento ambientalista taxi) si rimette alla guida della protesta: «Me lo hanno chiesto tutti, degli altri non si fidano».
Stavolta tocca a Prodi, però...
«Si sono comportati peggio dei regimi: i dittatori cancellano i sindacati, questi li tengono in vita ma fanno come se non ci fossero».
Che cosa succederà a Milano?
«Blocchi a oltranza finché il ministro Bersani non ritira il decreto. Oggi ci riuniremo all’aeroporto di Linate, poi andremo a bloccare i radio taxi».
A Milano oggi arriva il presidente della Repubblica...
«Se atterrerà a Linate, ci vedrà. L’obiettivo della protesta non è Napolitano. Lui, semmai, dovrebbe spiegare ai ministri che cosa vuole dire concertazione».
Anche nella Cdl c’è chi è d’accordo con la liberalizzazione.
«A parte qualche voce fuori dal coro, tutti riconoscono che si è trattata di una vendetta elettorale».
Che cosa vuole fare, secondo lei, il governo?
«Ridurre le tariffe. Per farlo, però, ci manda in rovina».
Nessuno, per ora, ha potuto leggere il decreto.
«Le cose si sanno. Finora non si poteva avere più di una licenza, in futuro non sarà più così. E presto permetteranno alle società di comprarle: avremo pochi grossi gestori con dipendenti che lavorano male.

Nel decreto si parla di licenze temporanee per i grandi eventi: ma chi metterebbe in strada un taxi per usarlo 30 giorni l’anno?».
Avete delle proposte?
«Le facciamo da dieci anni. Bersani ritiri il decreto, poi se ne discuterà».

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