La sbornia elettorale non è durata nemmeno una settimana. Lunedì scorso, dopo la vittoria di De Magistris e Pisapia, erano pacche sulle spalle, abbracci e sorrisi. Poi hanno subito ripreso ad affilare le lame. A sinistra è di nuova rissa. Il Pd e il Sel sono separati in casa, la casa degli antiberlusconiani, ovviamente. Ieri Pierluigi Bersani aveva avanzato dei dubbi sull'affidabilità di Nichi Vendola. "Verificheremo prima del voto", aveva detto il leader del Democratici. Dichiarazione che non è andata giù al governatore pugliese: "Considero la dichiarazione di Bersani un pò pelosa. Credo che nel centrosinistra nessuno debba mettersi in cattedra e considerare gli interlocutori come degli alunni da sottoporre a degli esami. Quella di Bersani è una dichiarazione un pò meschina, figlia di una cultura del partito che trovo assai invecchiata".
E Bersani? Porge l'altra guancia: il Pd è troppo debole per permettersi di venire rimbrottato pubblicamente dal compagno Nichi. Così, a tempo di record, arriva il chiarimento del leader democratico. "Con Vendola c’è stato un fraintedimento.
Dobbiamo fare un patto chiaro ed esigibile, e credo che sentiamo entrambi questa responsabilità. Il progetto di governo deve essere inequivoco. Non c’è nessunma intenzione di dettare il compito. È un tema che ci riguarda tutti, paritariamente", ha dichiarato Pier Luigi Bersani. Passi falsi, dichiarazioni roboanti con scuse a seguito (basti pensare al comizio milanese di Nichi Vendola e all'imbarazzo del neosindaco Pisapia), litigi, punture di spille e bastonate. Vendola fa vedere i muscoli e Bersani si spaventa. La radiografia della sinistra italiana ci consegna una frattura scomposta tra le opposizioni. "Come nella canzone di De Andrè, anche per Bersani, nei confronti di Vendola, le contromisure si limitavano all'invettivà", lo ha dichiarato il portavoce del Pdl Capezzone citando Bocca di Rosa. "Il Pd ha perso la sfida politica ed elettorale con Sel e Idv, e ora a Bersani non resta altro se non alzare la voce per invocare una centralità del Pd che non esiste più". Nel frattempo Bersani se la canta e se la suona da solo: apre la Direzione nazionale del partito con una relazione trionfale sul voto alle Amministrative che non è mai andato "così bene, neanche nel 2006". Un auto elogio che stride con i sinistri scricchiolii dell'armata antiCav. Ma l'importante è crederci, anzi, credersi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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