Cobolli Gigli se l’è cavata con una battuta: «L’Inter è la portaerei del campionato». Già, ma una volta esistevano le siluranti. Ed invece finora si sono visti solo silurati: si tratti di Milan o Juve. La Juve non sventola bandiera bianca perché il ruolo le impone faccia aggressiva. «Ed anche la Champions. Si giocherà ogni tre giorni, ci saranno grandi conferme o delusioni. La storia dimostra che sono possibili grandi recuperi», ha soggiunto il suo presidente, dimenticando che il problema toccherà pure la Juve. E qui vanno ripercorsi i dolori di una stagione. Se la Juve non... Se la Juve fosse... Se la Juve avesse....
Riassumiamo: se la Juve avesse una rosa più competitiva, se Trezeguet avesse contribuito con i suoi gol e Del Piero avesse mantenuto il ritmo dell’anno scorso, se Amauri fosse un killer d’area e non un efficace prestatore d’opera, se la difesa fosse meno avventurosa e qualitativamente meglio assortita, se a centrocampo esistesse un leader, se la Juve non avesse avuto una impressionante serie di infortuni, se Ranieri avesse lo stellone di Mourinho... Se fosse accaduto tutto questo, la Juve non dovrebbe ricorrere agli amuleti per pensare che la lotta scudetto non sia già chiusa.
Facile prendersela con una campagna acquisti mal mirata.
Onesto aggrapparsi alla malasorte che ha tolto uomini determinanti in momenti importanti, anche se non tutti i mali sono venuti per nuocere: l’assenza di Buffon ha contribuito a trovare la miglior miscela difensiva per un paio di mesi. Il ritorno del portierone è coinciso con l’inizio della fine dei sogni. Lo dicono pure i numeri: negli ultimi sei incontri la Juve ha raccolto solo 8 punti su 18 disponibili. Era partita con tre punti di distacco, grazie alla sconfitta dell’Inter a Bergamo. È atterrata malamente ieri a 9 punti di distacco, grazie al secondo passo falso casalingo consecutivo. Nelle precedenti cinque sfide (subito dopo lo scontro diretto perduto a Milano) aveva incassato 15 punti su 15. La difesa ha mollato, ha alzato la sua linea del fuorigioco e subìto reti in fotocopia. L’assenza di Chiellini ha pesato quanto la presenza di Mellberg che non è assolutamente rassicurante.
Però, parlano sempre i numeri, l’assetto difensivo ha retto al confronto dell’anno passato: dopo 24 giornate i gol subiti erano 21, come oggi. L’attacco si è un po’ spuntato. Mancano le reti di Trezeguet. Esemplificativa la partita contro la Sampdoria: Amauri ha sbagliato tanto, prima di segnare. Trezegol avrebbe punito prima, avendo le occasioni a disposizione. L’anno passato la coppia regina della Juve, Trezeguet-Del Piero, aveva assommato già 26 reti, quest’anno Del Piero e Amauri sono fermi a 19. Manca il re dei cannonieri e soffre anche il capitano. Del Piero non è un caso, ma rischia di essere un problema: se non segna, serve poco. Si adatta alla regia dell’attacco e dimentica che non bastano gli assist. E se giocassero Trezeguet e Amauri in coppia, probabilmente metterebbe il muso con tutti i conseguenti malumori di spogliatoio.
L’anno passato la Juve aveva realizzato solo 5 reti in più, ad oggi aveva gli stessi punti in classifica ma un maggior distacco (13 punti). Cosa significa? Non ha fatto peggio, ma non è riuscita a migliorarsi. Semmai è l’Inter che ha peggiorato e la Juve non è riuscita a sfruttarne le debolezze. Colpa di tutto e tutti (manca sempre un bel regista del centrocampo).
Buffon si è già consolato: «Siamo più attrezzati per la Champions. Lo dico dall’inizio dell’anno». Ora si vedrà davvero. Intanto alla voce «più» va messa la condizione fisica: sta crescendo. Per come è strutturata la Juve, è l’unico modo per mostrare i muscoli. In attesa di Trezegol.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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