In Oman tra forti, teatri, palazzi e sana vita rurale

Un viaggio nel Sultanato illuminato dal sole tra incenso, sambuco e profumi di rosa

In Oman tra forti, teatri, palazzi e sana vita rurale
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L'Oman non è una destinazione, ma uno «status of mind» di pace, gentilezza, cortesia. Il Paese della luce e dai colori pastello: un sole sferzante su una distesa di case bianche, perfettamente tenute, che si riflette sulle eleganti dishdasha, le tuniche lunghe e flessuose degli uomini, sempre perfettamente candide e sui kuma, i cappelli ricamati. Muscat, la capitale in continua espansione, si allunga sul mare, senza espandersi verso l'interno, e la capitale del Sultanato, nonostante sia il centro economico e politico, ha, a tratti, un'aria da città vacanziera. Perdetevi nel caotico Mutrah Souq, e contrattate per i gioielli d'argento dalla tipica fattura locale o una boccetta di intenso oud. Imperdibile la visita alla maestosa Royal Opera House, centro della musica, vero e proprio ponte delle arti tra Oman ed Europa come quella della Grande Moschea costruita dal Sultano Qaboos, che tra i ricchi mosaici e il tetto di legno intagliato può arrivare ad accogliere fino a 20mila fedeli. Ma dedicate una breve occhiata al maestoso Al Alam Palace, la residenza ufficiale del sultano Haitham Bin Tariq, che racconta nei suoi marmi la storia omanita, a poca distanza dai due forti portoghesi Mirani e Jalali. Quindi lasciate Muscat per immergervi nell'Oman più rurale e per capire al primo sguardo il raffinato intreccio degli aflaj, un sistema sotterraneo di convoglio delle acque che, al momento opportuno, scorre nelle città e nei più importanti centri per portare, nel passato, il bene più prezioso del Paese, l'acqua. E al di sopra di canali che fanno impallidire i più moderni sistemi di ingegneria, una rete di castelli di fango e paglia racconta i fasti di epoche passate.

Partite da Jabreen Castle, datato 1670, dimora dell'Imam Bil Arab bin Sultan Al Y`aribi, riferimento del potere temporale e religioso del tempo. Un tuffo nel Medioevo omanita tra soffitti riccamente decorati, cuscini e tappeti d'epoca, madoos sfarzosi (le tipiche panche che contenevano gioielli e oggetti preziosi) e una stanza dedicata ai datteri, uno dei sostentamenti principali dell'epoca. Il forte per eccellenza è Bahla, patrimonio dell'UNESCO dal 1987, sede della potente tribù dei Banu Neblan, divenne centro dell'Ibadismo, un ramo dell'Islam. La parte più antica e caratteristica è la cittadella interna (qasba), che presenta una struttura labirintica, ricca di vicoli e strettoie.

Salite il percorso per arrivare alla «montagna verde» ovvero Jabal Al Akhdar, per scoprire, dopo una breve escursione (fatevi accompagnare sempre da un esperto) la valle dove si coltiva la rosa damascena e carpire le tecniche millenarie di estrazione del profumo, tra lussureggianti wadi e cascate nascoste. Scendete per approdare a Sur, nella provincia di Ash Sharqiyah, capitale del sambuco e di quelle barche a vela tradizionali di legno, utilizzate ancora oggi per il trasporto delle merci. Sur è l'unica città dell'Oman ad aver mantenuto i propri cantieri tradizionali per la costruzione di questi particolari caicchi, richiesti da tutti i Paesi del Golfo.

Qui venivano scambiate spezie dall'India e da Zanzibar contro il prezioso incenso proveniente dal sud, da Salalah, capitale del Dhofar, dove viene tuttora estratta la resina aromatica utilizzata nei profumi. Per info: www.visitoman.om.

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