Una giornata al pronto soccorso. Fra emergenze, attese e reclami. Dallosservatorio dei malati e dei loro familiari. Per capire come vengono affrontate le urgenze e quanto dura unattesa. Per dare una pagella agli ospedali. Una pagella parziale da riferirsi al momento e al giorno della nostra visita. Tantè: la malattia non si può prevedere ed è proprio per questo che la ressa e i tempi dattesa hanno lo stesso indice di variabilità dei casi della vita. Risultato: i pazienti sono quasi tutti soddisfatti. Anche se hanno speso 8 ore fra screening e visite, prevalgono i pareri positivi. In centro cè meno gente, Policlinico e Fatebene macinano controlli anche nel giorno dello sciopero degli infermieri. Il più «intasato» (ma i grossi numeri dipendono dal bacino di utenza) è il San Raffaele. I codici rossi, ossia i pazienti più gravi, vengono visitati subito dappertutto. I codici verdi restano molto più tempo nelle sale dattesa, in media due o tre ore prima di incontrare un dottore.
Policlinico Mercoledì 11 ore 11. Il gran lavoro è nel triage, ossia nellascolto di chi si presenta allaccettazione. Medici e infermieri con questo compito si chiamano «flussisti», perché assegnano un codice di gravità. Cè una donna polacca allo sportello, è un codice bianco (meno grave), ha un problema alla pelle. Linfermiera le mostra il volantino con gli orari degli ambulatori a cui rivolgersi, lei non è una paziente da pronto soccorso. Abbandonano lospedale anche i genitori di Francesco, 18enne con problemi psichiatrici, «è un codice verde, ci hanno detto che cè troppo da aspettare. Siamo entrati alle 9 non possiamo restare tutto il giorno». In sala dattesa un anziano: «Ho portato mia moglie stamattina presto, in codice rosso, lhanno ricevuta subito. È stata appena operata al cuore». Una coppia semiaddormentata sulle seggioline: «Anchio avevo un dolore al petto - racconta lei - ho già fatto lelettrocardiogramma. Aspetto che mi dicano qualcosa, sono qui dalle 6.30».
Fatebenefratelli. Ore 14.30 di mercoledì 11: scatta a questora lo sciopero degli infermieri: «Ci scusiamo per il disagio - è scritto su un cartello - lo stato di agitazione si è reso necessario a causa della riduzione di organico». Una ragazza peruviana: «Sono qua da 2 ore, è per mio marito, lhanno picchiato». In queste due ore il marito è stato medicato. «È la gentilezza che manca - protesta Wanda, portinaia -. Anchio lavoro con la gente ma non mi sogno di aggredire le persone, soprattutto se stanno male. Sono arrivata alle 10.30 in preda a dolori fortissimi, allaccettazione mi hanno chiesto sgarbatamente cosa ci facevo e perché non mi sono rivolta al mio medico. Ma se il medico non cè non è colpa mia». Però entro le 11 alla signora Wanda avevano già dato un antidolorifico. Alle 13 le avevano fatto un esame del sangue e unecografia. E alle 16 le dicevano che aveva un grosso calcolo alla cistifellea.
Niguarda Giovedì 12 ore 11. «Sono tutta pesta ma viva. Ho fatto un incidente ieri mattina, ho sbattuto la testa, non muovo collo e spalle - racconta una signora con grosso collare accompagnata dalla figlia - Sono entrata alle 10 e uscita alle 19, mi hanno fare un sacco di esami. Medici e personale gentilissimi, mi hanno prenotato anche una panoramica per oggi. Ringrazio i volontari dellAvo, ho incontrato due anziane, han saputo dirmi la parola giusta al momento giusto: vale di più una frase di una puntura». Soddisfatto il papà di due bimbi, entrato alle 10.30 in codice verde (e dimesso alle 12.30) per aver ingoiato un chewing-gum. «Mi sentivo soffocare, una sensazione bruttissima. Qui ci troviamo bene, veniamo da Saronno, rispetto agli ospedali di Bollate e Garbagnate non cè paragone. Il Niguarda è migliorato molto in questi ultimi 5 anni». Una giovane signora entra in lacrime e si abbandona su una seggiolina singhiozzando. Non chiede nulla ma linfermiere del triage si precipita: «Sento il cuore che mi batte in maniera strana» confida lei. Lui le tasta il polso poi corre a prendere una barella. Cè un gran via vai di barelle, nessuna resta in sala dattesa. Un signore col morbo di Parkinson dice la sua: «Qui sono stato ricevuto subito, al San Raffaele dieci giorni fa con codice verde sono entrato alle 9 e uscito alle 18. Però quando si è trattato di ricoverarmi al San Raffaele ho incontrato una dottoressa bravissima, qui in degenza mi sono sentito solo parcheggiato».
San Raffaele Alle 13.30 (di giovedì 12) lesasperazione dei codici verdi è alle stelle. «Sono entrata alle 6 - si sfoga una signora stizzita mentre il marito cerca di calmarla - mi hanno fatto solo unecografia poi più niente. Sono digiuna da ieri sera, possibile che non offrano nulla da mangiare?». Una coppia ammette: «Sì qui le cose van per le lunghe però ti fanno un sacco di esami. A mio padre, 80 anni e due tumori, entrato alle 10, hanno controllato sangue, cuore e fatto un paio di lastre. Ci hanno detto che vorrebbero ricoverarlo ma abbiamo capito che non ci sono letti». Una donna schiaccia nervosamente i tasti del cellulare: «Mio padre si è sentito male, è arrivato in barella, codice rosso. Lo hanno ricevuto immediatamente».
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