Un "vichingo volante" va in fuga e sorprende tutti

Backstrom, partito tra gli outsider, guida il torneo targato Telecom al nuovo limite del campo. Buono l'esordio di Molinari

Un "vichingo volante" va in fuga e sorprende tutti

Tolcinasco (Milano) - Uno che parte con un "eagle", ovvero che chiude la prima buca della gara con due colpi meno del par del percorso, significa che vuol fare sul serio. Insomma che ci prova. Che non gli dispiacerebbe vincerlo questo Open d'Italia dall'appetitoso montepremi. Anche se lui, Joackim Backstrom di Umea, Svezia, era partito fra gli outsider. Dunque un uomo solo al comando. Questo ventinovenne scandinavo alto quanto un giocatore di basket che, di tanto in tanto, butta lì quell'espressione sorniona che piacerebbe alle casalinghe più o meno disperate dell'omonimo serial tv. Backstrom, che parte di prima mattina (ore 8 ) e che a mezzodì, già ha impacchettato la giornata inaugurale dell'Open e ha appiccicato con la ceralacca sull'albo d'oro il nuovo record del campo con il suo splendido 62 (meno 10 colpi sotto il par del tracciato di Tolcinasco). Suoi valletti d'onore l'austriaco Markus Brier (63) e il giapponese Taichi Teshima (64).

Intanto le stelle si limitano a guardare. Dal basso verso l'alto nel caso specifico. Guarda, per forza di cose e soprattutto per la legge dei numeri, il detentore del titolo, il beniamino di casa, il corteggiato dei corteggiati, Francesco Molinari che pure ieri ha concluso le sue prime diciotto buche in 67 («se continuo così tra i primi ci finisco di sicuro», ha detto in sala stampa). Guarda il favorito delle quote alla partenza di ieri, il fresco vincitore dell'Open di Spagna, Charl Schwartzel sudafricano, sempre capogioco nelle quote di Snai a 10 in compagnia del francese Jacquelin e dell’austriaco Brier, mentre Chicco Molinari deve aver affascinato i bookmaker di Snai visto che la sua quota è precipitata da 22 a 12.

Ce ne se sono altri che un po' arrossiscono di vergogna, visto che all'esordio di ieri sono apparsi decisamente in sovrappeso, almeno per quanto riguarda i colpi segnati sullo score. Fra questi, purtroppo, un nome e un cognome familiari, quelli dell' ancora più grande golfista azzurro di tutti i tempi, Costantino Rocca. Che se è vero, che ha appena girato la pagina dei suoi primi cinquant'anni, è anche vero che ieri sul campo ha girato in 74 e ora sta dietro a centosedici avversari. Soffermandoci sul non ozioso dettaglio dei numeri che nel golf significano colpi e quindi soldi, occorre dire che Francesco Molinari che, giusto un anno fa su questo stesso campo entrò in orbita, riportando, dopo ventisei anni l'Italia sul podio più alto, nel bis ci crede: per ora è quattordicesimo, a cinque colpi dal leader.

E come se non bastassero le centinaia di palline che in queste ore fischiano nel cielo sopra Tolcinasco, c'è chi ha pensato bene di aggiungerne anche una d'oro e due argento. Trattasi dei centoventi autorevoli colleghi che danno corpo all'Aigg, l'associazione dei giornalisti golfisti. Che ha rinnovato per il terzo anno il premio «Dumark 59.63» destinato a personalità che hanno dato lustro al golf italiano nel mondo.

Poteva mancare anche questo bersaglio Donato Di Ponziano, presidente del comitato organizzatore dell'Open? No la pallina d'oro, parente del pallone d'oro, è meritatamente sua. Argento alla proette Veronica Zorzi e al direttore del club di Margara, Giulio Griffi. Oggi nuove diciotto buche.

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