(...) Ora gli anni sono 39, cè poco tempo per fare raccolto. Vidoz è un peso massimo, il nostro miglior prodotto degli ultimi dieci anni: ai Giochi di Sydney (2000) vinse il bronzo, tra i professionisti è stato campione europeo. Ed ora ci riprova, il titolo è vacante. Proprio a Milano che ha vissuto grandi epopee pugilistiche e di recente si è risvegliata facendo folla, dunque incoraggiando gli organizzatori, per il mondiale di Giacobbe Fragomeni.
Vidoz ha vinto e perso le sue cinture sempre allestero. Questo sarà il suo primo europeo in Italia (visibile allestero sul nuovo sito pugilistico Streamit.it. e in Italia su Sky). Milano, da venti anni, non ospita un europeo dei pesi massimi. Lultimo porta la data del 22 aprile 1988 quando Francesco Damiani sconfisse, in due round, lolandese Emmen. Vidoz può riscattare tutto. Nello stesso programma un altro europeo classico, Gianluca Branco con il finlandese Tolppola (welters junors), e quello valido per lUnione europea (una sottomarca) fra Giuseppe Lauri e il finlandese Piispanen (sempre welter jr). Ma conta soprattutto Vidoz, grosso, avventuroso e sfacciato e battutista. «Per prepararmi ho scaricato da internet le tabelle dallenamento di Rocky VI», dice sapendo che servivano lacrime e sangue per buttare via un po di ruggine e ciccia. «Ho perso 6-7 kg. Non so se per lallenamento e per tener dietro ai miei tre bambini». I bambini li ha adottati da un anno, vengono dallArmenia. «E devo continuare solo 6-7 anni a fare boxe per sfamare quelle povere anime». Scherza ma non troppo. «Male che vada, continuerò a combattere per qualche altro titolo: quello della sagra del prosciutto, per esempio». Risata.
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