Vino e bruschette, Marrazzo dona 68 milioni

Centomila euro per una pista ciclabile nel Comune di Patrica, che non ha nemmeno 3mila abitanti

Vino e bruschette, Marrazzo dona 68 milioni

Sollievo tra i buongustai laziali: la sagra della bruschetta di Lariano e la festa del vino di Velletri sono salve. Merito dei contributi elargiti dal Consiglio regionale nella seduta decisiva per l’approvazione del bilancio 2007. Un interventoin extremis che ha distribuito a pioggia sul territorio laziale 68,5 milioni di euro: 14,2 milioni a 712 associazioni per iniziative sociali, culturali e sportive; 54,3 milioni destinati ai 371 Comuni laziali (e ad altri enti pubblici minori) per investimenti e opere «per lo sviluppo socio-economico».
Il malcapitato assessore al Bilancio Luigi Nieri, già oberato di un debito sanitario senza paragoni nelle altre regioni (9,7 miliardi di euro) aveva provato a interrompere la prassi dei «regali di Natale» in nome dell’austerity. Infatti non aveva inserito, nel progetto di bilancio presentato dalla giunta di centrosinistra, le famigerate Tabella A e Tabella B con le liste di iniziative ed enti da sovvenzionare. Ma i consiglieri regionali di ogni colore lo aspettavano al varco e, quando si è trattato di votare il bilancio, lo hanno costretto alla resa.
Tabelle a sorpresa
Et voilà: nel corso della seduta del 23 dicembre le tabelle sono rispuntate come per miracolo un’ora prima del voto finale. E con loro sagre, fiere, rassegne e festival nelle quali i consiglieri di centrosinistra andranno a tagliare nastri, pronunciare discorsi, stappare bottiglie e assaggiare manicaretti tipici, rivendicando il loro prezioso interessamento alla causa.
Tutti tranne uno: Maria Antonietta Grosso dei Comunisti italiani. Già un mese fa aveva scritto una lettera alla giunta e alla maggioranza di centrosinistra per sollecitare «un segnale di cambiamento», troncando «la prassi clientelare» con cui i consiglieri «sostengono questo o quel progetto, questa o quella struttura, questo o quell’ente locale più adiacente alle proprie conoscenze».
Poi, il 23 dicembre, ha chiesto la parola in aula, unico consigliere su 70 tra maggioranza e opposizione a fare una dichiarazione di voto sul bilancio. E ha ripetuto il concetto, nonostante i mugugni dei compagni dell’Unione («Mi dicevano “Lascia sta’, stamo già avvota’, mo’ cheddevi dì, statte zitta...”»).
«L’unico successo - spiega la valorosa Grosso - è stato limitare i finanziamenti della Tabella A (54,3 milioni di euro, ndr) agli enti pubblici, mentre negli anni scorsi andavano anche ai privati. Così, per esempio, la Regione aveva speso 450mila euro per consentire a Legambiente di acquistare una sede».
Parentesi global
La parziale «riduzione del danno» non ha impedito di ricomprendere nella Tabella A iniziative come la Casa dell’ambiente di Roma (50mila euro) e quella della Pace e del Mediterraneo di Velletri (100mila), il Parco della pace di Marino (200mila) e la costruzione di una pista ciclabile a Patrica: 100mila euro per far pedalare meno di 3mila abitanti. E poi «isole ecologiche» qua e là: da Marcellina a San Gregorio da Sassola, da Rocca Priora ad Acquapendente.
Ma è con la Tabella B che i politici laziali si sono sbizzarriti: oltre 700 erogazioni di denaro pubblico riservate ad associazioni private per iniziative e manifestazioni in ogni angolo della regione. E non solo, dato che l’associazione non profit «Zone» riceve 10mila euro per un «progetto di struttura multifunzionale nel mercato urbano di Kibera-Nairobi (Kenia)». E l’organizzazione onlus «Sos infanzia nel mondo» si propone di «combattere il diabete in Kosovo». Nobile intento: 5mila euro.
Una parentesi global in un elenco molto local, che spazia dagli studi sul randagismo al festival sulla Resistenza, dalle marce del perdono ai raduni dei Bersaglieri, dalle manifestazioni mazziniane alle iniziative del Ferragosto di Paliano.
Molto gettonate le rassegne enogastronomiche: da «Vino, olio e... poesia» a Cerveteri (10mila euro) ad «Aprile in tavola» a Belmonte Castello (20mila), da «Ciociaria bella e buona» (40mila) a «Sabina Chocolate» (10mila). La sagra della bruschetta di Lariano riceve 15mila euro, la festa dell’uva e del vino di Velletri 50mila, quella del fungo porcino di Oriolo romano 10mila.
Sport minori
Dopo tante abbuffate, per far recuperare la forma atletica ai laziali la Regione finanzia anche le attività sportive. Il calcio femminile a Sezze (10mila euro), il rugby a Civitacastellana (10mila), il ping pong ad Arpino (15mila) e varie arti marziali: 10mila euro per scoprire «benefici e potenzialità del Taekwondo», altrettanti per uno «stage di Karate Wado-Ryu». Senza dimenticare bocce (10mila), triathlon (25mila), trekking metropolitano (30mila), tiro con l’arco (20mila) e paracadutismo (80mila).
Unica consolazione dell’assessore Nieri: i fondi stanziati per questo tipo di finanziamenti sono diminuiti rispetto ai 25 milioni dell’anno scorso. Ma restano difficilmente giustificabili per una giunta che predica il risanamento finanziario. E che, per far fronte alla voragine ereditata nei conti della sanità, ha deliberato tra ottobre e dicembre l’aumento delle addizionali regionali su Irpef (da 0,9% a 1,4%, massima aliquota consentita) e Irap (da 4,25% a 5,25%, massimo consentito).
Nuove tasse, vecchie spese.

Che non sia più solo questione di folclore clientelare, lo dimostra il tono della «lettera aperta a Marrazzo» scritta il 9 gennaio dall’associazione laziale per la lotta all’illegalità e alle mafie intitolata ad Antonino Caponnetto.
Basti la prima riga: «C’è un’eclissi del senso di moralità da far rabbrividire».
giuseppe.salvaggiulo@ilgiornale.it

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