«Voglio un figlio maschio» e picchia la moglie

«È sempre stato un uomo dal carattere scostante. Ma dall’anno scorso, da quando è nata la nostra ultima figlia, è diventato davvero cattivo. Addirittura malvagio. Vuole un altro figlio maschio. “Troppe femmine in questa famiglia!“ è la frase che ripete ossessivamente. Non gli interessa altro. E pur di ottenere quel figlio è disposto a tutto: a violentarmi, a picchiarmi. Mi ha percosso con una cintura anche davanti alla nostra figlia maggiore».
La donna pakistana che piange senza sosta davanti ai carabinieri della stazione di Castano Primo - un comune del milanese quasi al confine con il Piemonte - ha solo 29 anni ma sembra una vecchia. È in Italia dal 2007, ma non parla una parola d’italiano, per comprenderla i militari hanno dovuto far venire un’interprete. Il volto si vede appena, fasciato com’è dal tipico copricapo musulmano. Lei trema: non esce di casa da anni. E non conosce anima viva. Ha accanto a sé i suoi 5 bambini, tre femmine e due maschi rispettivamente di 7, 6, 4, 2 e l’ultima, che non ha nemmeno un anno. E chiede disperatamente di non farla «più tornare a casa».
Per correre in caserma ha atteso infatti che il marito, un connazionale di 43 anni, fosse al lavoro. E aggrappandosi disperatamente all’assistente sociale che, vista la numerosa prole, la segue già da un paio d’anni, ha chiesto di poter parlare con qualcuno. «Mio marito non accetta che in famiglia ci sia una prevalenza di figlie femmine - ha spiegato la poveretta in uno stato di prostrazione che ha impressionato i militari -. È vero: abbiamo tre bambine e due maschietti. E lui continua a ripetere che vuole almeno “pareggiare il conto“ con un altro maschio. Senza rendersi conto, tra l’altro, che un altro figlio potrebbe soltanto peggiorare la nostra già difficile situazione economica: con il suo solo stipendio da operaio viviamo ai limiti della povertà. E chissà cosa accadrebbe, qualora io restassi nuovamente incinta, nascesse un’altra bimba...».
«Siamo rimasti esterrefatti davanti ai racconti delle percosse, delle violenze che questa donna ha subito dal marito - commenta il capitano Michela Pagliara, che comanda la compagnia di Legnano a cui appartiene la stazione di Castano Primo -. Dal momento che si è rivolta a noi la giovane mamma non ha mai avuto ripensamenti. La Procura di Milano ha capito che bisognava agire in fretta. Quindi il pm Gianluca Prisco ha disposto che la donna e i bambini fossero portati immediatamente in una comunità protetta. Poi è scattato il provvedimento di custodia cautelare per il marito. Che adesso è a S. Vittore per maltrattamenti per futili motivi e violenza sessuale».
A febbraio la polizia ha arrestato nel Milanese altri due pakistani, genero e suocero rispettivamente di 25 e 50 anni, per ragioni analoghe: il primo violentava la moglie che l’altro aveva costretto a sposarlo. E che ora picchiava per indurla ad avere rapporti con il marito. Inoltre proprio lui, il padre della ragazza, in un primo tempo, era ai domiciliari, ma poi è finito in carcere.

Si è scoperto infatti che «evadeva» sistematicamente ogni mattina dal casa per portare i figli a scuola. «Lo faccio perché mia moglie, come donna, non può uscire» si è giustificato lui, come se fosse più che normale. Proprio storie dell’altro mondo.

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